mercoledì 1 gennaio 2020

Signora solitudine

Durante le feste sale un senso di solitudine  che invade parte delle emozioni.
Eppure a volte quando tutto è apparentemente perfetto, sereno, essa si presenta, puntuale.
Definendola con un solo termine non le si rende giustizia perchè l'amica "Soly" è donna e lo dimostra  la sua accezione morfologica, pertanto complicata.
La prima reazione  che si ha, appena essa si presenta, è rendersi indifferenti, postergare sempre il momento della sua analisi.
Ma non si scappa dalla verità, che bussa attraverso le emozioni per entrare e fare due chiacchiere con la parte più profonda noi, ma noi furbamente ci giriamo verso l'ennesima cosa da fare.
Lei, la signora solitudine, ha sempre qualcosa da raccontare,  ma aspetta mettendosi in fila con i nostri sogni e quando è il suo turno, noi la rispediamo indietro, a rimettersi in coda. 
Allora lei che fa? Si organizza e chiama i rinforzi. 
La solitudine, se si sente rifiutata allora si presenta con diversi amici con cui  condividere gli spazi della nostra anima e se noi la ignoriamo nuovamente, allora sarà il nostro corpo ad ascoltarla.
A volte arriva con il senso di paura, che ti fa tremare le gambe e ti fa traballare. 
Si ha la sensazione di perdere tutto o tutti oppure, per essere meno catastrofici, anche solo una cosa, ma  la più preziosa che si possegga.
La paura che possa succedere di nuovo, ritrovarsi a contorcersi nel letto, a volte anche ai piedi del letto per il senso di solitudine che ci attanaglia davanti alla vita che ci ha rubato qualcuno.
Proprio quella di Giovanni Pascoli, tanto per attingere dalla poesia. 
A volte si organizza con la tristezza, la peggior accoppiata di sempre e non c'è benzodiazepina che tenga! La loro unione genera l'angoscia, il mal di vivere.  Per intenderci alla Leopardi maniera, lui in realtà ne aveva ben donde, forse se avesse avuto qualcuno con cui condividere le sue paure, non ne avrebbe sentito il peso mortale.
Forse se riuscissimo ad ascoltata in tempo, non incontrerebbe l'angoscia. Chi può dirlo!
Quando esce con la fobia, la nostra vita diventa una non vita, lo so è un ossimoro ma è proprio cosi. Qualsiasi cosa che noi faremo, la faremo sempre con l'aiuto di una stampella umana, che dovrà portare il peso della nostra solitudine più profonda e inascoltata. Dunque il rapporto diventa un menage a trois, solitudine, fobia, inconsapevole egoismo, che ricadrà su chi sta accanto, oppure, non riuscendo a trovare la nostra anima immolatrice, faremo la fine di Quasimodo, il gobbo! Guarderemo dalla torre la vita che passa, tremando per la paura di esistere.
Allora per questo nuovo anno che verrà ascoltiamo l'amica di sempre, la solitudine. 
Accogliamola, offriamole la parte più bella di noi, invitiamola a danzare con le altre emozioni e tieniamola accanto a noi, non allontaniamola altrimenti lei si organizza. Perchè anche lei si sente sola!


Buon 2020 a tutte le persone "sole".










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