mercoledì 17 giugno 2020

Il ritorno alla normalità dopo il Virus

 

Durante il lockdown presi dalla necessità di attribuire un senso a quello che stava succedendo, increduli davanti alle disposizioni del governo, cercavamo tutti, di guardare oltre l’attribuzione di colpe per il diffondersi del virus.

Bellissimi i post sul senso della vita, della famiglia e dei rapporti sociali.

Ad un certo punto abbiamo anche creduto di poter cambiare sguardo e di ritornare a vecchi valori, ad un uso più regolato della parola e dei pensieri.

Persino un approccio filantropico a beneficio della nostra esistenza interiore.

Credo, invece, che non sia avvenuto nulla di tutto ciò, che sia fattuale. 

Lo abbiamo certamente creduto. Ma sembra quasi come il proponimento del mettersi a dieta il lunedi.

Ci sono le buone intenzioni, l’esigenza di cambiare qualcosa, ma quando arriva il primo giorno della settimana che è triste come i dolci senza zucchero, posponi l’obiettivo.

Ad oggi ci ritroviamo nella fase tre, la nostra vita è ripresa regolarmente, fatta eccezione per la Lombardia che ancora patisce la presenza del virus, ci auguriamo che presto possa liberarsene. Dando uno sguardo ai social, i post sono cambiati e anche i buoni propositi.

Soumahoro si incatena davanti Villa Pamphili in difesa dei braccianti agricoli, c’è chi mangia le ciliegie non curante del bon ton istituzionale, chi uccide un afro perchè nero, chi chiude un ospedale a Kabul a causa del terrore,  ci sono anche quelli che continuano a morire nel mediterraneo, addirittura che si suicida perché ha alzato una bandiera a favore delle comunità LGBT.

Ci sono tante questioni aperte che non vogliamo vedere. Tuttavia, la parola d’ordine è di tornare alla normalità, ovvero continuare a svolgere le nostre attività quotidiane, chiedendo il nostro pane quotidiano ma senza rimettere i nostri debiti ai nostri debitori. Amen.