Non basta chiamarsi amore

Un pomeriggio di Ottobre fastidiosamente ventoso, Daniela era seduta sulla sua poltrona preferita; quella in patchwork, vicino al tavolino bianco con i piedi in rovere sul quale vi erano poggiati il suo smartphone, il solvente per le unghie, dei batuffoli di cotone e lo smalto dark-blue. Le piaceva cambiare il colore dello smalto spesso, a dispetto delle sue colleghe che avevano le unghie laccate dello stesso colore per un mese.
Non poteva mancare la musica di sottofondo, in quel periodo ascoltava in loop una canzone di Giordana Angi, Stringimi più forte, il cui titolo le faceva salire un senso di inquietudine ma la strofa che cantava volentieri era ..."per sapere amare non basta chiamarsi amore".
Quell'amore che l' aveva soffocata e resa amorfa per lunghi dieci anni. 
21/03
Daniela è un avvocato riciclato all’ insegnamento, nonostante ciò ama quello che fa, ama i suoi alunni adolescenti del Liceo Scientifico Banzi di Lecce.
Sebbene lei non fosse Pugliese di nascita bensì d'adozione, amava quella città di colore paglierino, dove ogni dettaglio era costruito in roccia calcarea.
Amava il profumo dei pasticciotti ripieni di crema e amarena e dei rustici alle 11.00, i suoi alunni talvolta li mangiavano a merenda e lei si dava forza con il suo pacco di cracker integrale. Una donna fragile, bisognosa di amore con una personalità claudicante, facilmente traghettabile da chi ha il privilegio di entrare nel suo cuore.
 Soggetta a crisi di pianto e attacchi bulimici cerca di prendere dal cibo ciò che non trova altrove, poi vomita, non sempre; dipende se l’abbuffata la fa nei periodi di forte stress. Una donna fedele e molto molto socievole, un piacere frequentarla.
Ha una cura maniacale per il suo look, Daniela è sempre perfetta.
Lei vive, in un appartamento del centro di Lecce, glielo regalò il padre quando le fu assegnato il ruolo. Un ambiente confortevole, piccolo, arredato con bei mobili, aveva gusto. Uno stile classico alternato al moderno, impreziosito da numerosi quadri.
 La stanza più particolare era quella da letto, la cabina armadio a quattro scompartimenti e uno scaffale a muro per le scarpe.
Il letto con la testiera in capitonnè bianco, un tappeto zebrato, una toeletta per i trucchi e i profumi, ne aveva diversi così come erano diversi i gioielli.
Una lampada nera e una poltrona rosa vestivano l’intera camera.
Seguiva le riviste di moda e aveva un bellissimo delfino tatuato sulla spalla. Nell’ultimo anno poi, si era regalata un viaggio in Giordania, voleva andare in un posto mistico dove potersi ritrovare e dire addio alla Daniela 1.0.
Le ferite erano troppe, ma è solo quando il dolore diventa insopportabile che decidi di lasciarti uccidere o uccidere lui. 
A questa conclusione non c’era arrivata autonomamente, l’avevano indotta gli eventi, lei non avrebbe mai preso da sola questa decisione.
 E’ una donna fortunata Daniela. Fortunata sì, perché spesso le nostre fragilità e debolezze non ci consentono di andare oltre le evidenze.
24/03
Daniela si innamorò di quel ragazzo quasi scontato, le faceva la corte quando la guardavano tutti, ma era lei che non vedeva se stessa; presa dai suoi complessi e dalla mania di essere perfetta. Lui rappresentava il terreno sicuro su cui camminare nonostante tutto, il ragazzo semplice sul quale esercitare la propria superiorità culturale, lei era brava a scuola, lui era quello pieno di sé, convinto di fare sempre la cosa giusta, ma riusciva a zittirlo con un breve giro di parole e semplici elucubrazioni. Nonostante ciò a lei piaceva; le piaceva fisicamente, quello sguardo algido e il fisico asciutto lo rendevano irresistibile ai suoi occhi. E poi lui, era stato il primo ragazzo con aveva fatto l’amore, sebbene a letto dimostrasse la sua personalità narcisistica, un atteggiamento dominante e poco empatico.
 Anche lui, Antonio era attratto da Daniela, ma voleva cambiarla.
Non gli piaceva questo suo essere vanitosa, questo spendere i soldi per vestiti o borse, anche il suo lato estroverso lo infastidiva a volte, l’avrebbe voluta più riservata, a volte casa e chiesa, altre volte emancipata, ma sempre sotto il suo controllo.
Il primo anno da ventenni è stato bello, regali, coccole e litigi passeggeri. Entrambi innamorati dell’ideale dell’amore.
Nell’ Ottobre del 2007 lei partì per proseguire gli studi all’università di Bari, scelse giurisprudenza, avrebbe voluto esercitare qualche attività inerente al ramo, ma non sapeva nemmeno lei cosa avrebbe voluto essere e chi sarebbe voluta diventare.
In quell’anno, anno in cui Steeve Jobs con la Apple lanciarono sul mercato l’iPhone, il Milan vinceva la quindicesima UEFA champions league, Enzo Biagi e Pavarotti si librarono nei cieli, lui faceva la spola tra Bari e Rotondella.
Era inadeguato al contesto studentesco e mentre lei per la prima volta respirava un’aria nuova e battesimi vari, lui le stava sempre di più con il fiato sul collo.
I primi esami furono un successo e la vita in casa con le sue coinquiline, uno spasso. 
Tre ragazze calabresi e una studentessa Leccese. 
Per la prima volta Daniela scoprì i pasticciotti e i rustici e fu amore al primo assaggio.
26/03...
Clara una delle ragazze calabresi propose alle coinquiline di fare una gita fuori porta, si sarebbe fatta prestare la macchina dal fidanzato anche lui all’università ma all’ultimo anno di Giurisprudenza; come non accettare.
 Entusiasta Daniela lo dice al fidanzato, avvisandolo della trasferta, informandolo sulla compagnia, sul tragitto e persino sull’orario. Lui pensò bene di farle una sorpresa, piombando a casa sua la sera prima di partire per la gita a Vasto. Daniela in quel momento lo percepì come un gesto d’amore. Di fatto il giorno dopo, mentre gli altri fidanzati si organizzavano in autonomia, lui partì con loro.
Il viaggio andò bene, si divertirono tutti insieme. Una volta a casa, lui le fece notare delicatamente che aveva bevuto un po' troppo. Lei accettò l’appunto, minimizzandolo.
Intanto le amiche notavano ciò che lei ancora non voleva vedere.
Una mattina all’università, Daniela dimenticò di stampare le sue credenziali e telefonò al fidanzato per recuperarle i dati dal suo account gmail; così gli fornì la password del suo indirizzo email. Antonio le conserverà per tempi futuri e non sospetti. Lei aveva sempre condiviso con lui ogni tipo di segreto, fino ad allora. 
27/03....
Intanto Daniela rientra da Bari ogni due weekend, è felice di vedere la sua famiglia e di ritrovare il suo fidanzato. Sono tante le cose che fanno insieme, ad entrambi piace giocare alla playstation, fanno divertenti partite di tanto in tanto. Escono con gli amici di lui, perché quelli di lei sono meno divertenti a parer di Antonio. 
Quando il lunedi Daniela riparte per l’Università il distacco è sempre un po' distorto dalla paura di cambiare, non è nostalgia ma consapevolezza crescente.
Lui sa che Daniela prima o poi spiccherà il volo e dunque il suo attaccamento diventa sempre più ossessivo. “Ti accompagno io a Bari oggi” le disse con istinto, lei attonita rispose che non c’era bisogno, sarebbe andata con l’autobus.
 Lui insistette “dai almeno stiamo ancora un po' insieme”, “d’accordo” rispose lei, senza pensarci ulteriormente.
Rientrati a Bari in mattinata, lei si recò in facoltà per una lezione. Al suo rientro lo trovò steso sul suo letto ad aspettarla. Lei ne era felice, passarono il pomeriggio insieme, lei studiò supina sul letto, con libri, matite, fazzoletti, cellulare, tarallini e bottiglietta d’acqua.
“Quando ci sposeremo dovrai essere più ordinata, non si capisce nulla in questa stanza” esclamò la parte cavernicola di lui, “mia madre impazzirebbe se vedesse tutte queste cose sul letto, per lei è sacro”; Daniela si indispose e non gli parlò tutta la sera, ma lui sapeva come offenderla ma anche come farsi perdonare. 
Durante la cena fu servizievole e gentile con lei, cominciò a baciarla sul collo e a pizzicarla sull’addome, lei soffrendo il solletico cadde subito tra le sue braccia, facendo scivolare le pungenti parole del pomeriggio.
L’indomani, alla stessa lezione incontrò lo stesso ragazzo del giorno prima e lo incontrò anche in quello successivo e ancora l’altro. 
Era Giovanni, uno spettacolo! Divertente, allegro, Daniela si divertiva molto con lui, soprattutto durante le lezioni di Diritto Privato, entrambi avevano notato lo stesso assistente della professoressa. 
28/03/20
Con il passare delle settimane c’era sempre più intesa tra Daniela e Giovanni, e lei si affezionò molto a lui. Alla prima occasione utile gli presentò Antonio, una stretta di mano educata e commenti postumi a fiumi. Durante l’incontro i due amici ridacchiavano per ogni cosa, scimmiottando i loro insegnanti e i rispettivi collaboratori.
Antonio trovò tutto così infantile che con calma e gentilezza lo fece notare alla fidanzata una vota da soli, a casa. Lei continuò a ridere stemperando il momento, ma lui diventò cupo e serio. Lei gli diede un bacio e spense la luce.
Da lontano lui, la controllava, guardava le mail, avendo conservato le credenziali e attraverso questo strumento geniale ma altrettanto diabolico le chiedeva in qualsiasi momento di videochiamarsi per darsi un bacio da lontano. Le coinquiline intanto mal sopportavano l’atteggiamento passivo aggressivo, cosi lo definivano, di Antonio e premevano sull’autonomia di Daniela.  
29/03
Ci fu un giorno in cui Daniela avvertì per la prima volta una frattura nel suo cuore; durante una delle innumerevoli telefonate, lui esordì dicendo: “sei con il ricchione?”, le si gelò il sangue, perché Giovanni era accanto a lei ma non sentì, era intento a farle le smorfie sulla pesantezza del fidanzato stalker. 
Daniela lo congedò subito e fu turbata tutto il giorno.
Non sopportava quel lato saccente oltretutto offensivo. Voleva bene a Giovanni e per la prima volta da quando stavano insieme sentiva questa amicizia una “cosa” sua, a Giovanni lei poteva confidare qualsiasi cosa e Antonio non riusciva a penetrare il muro che i due amici stavano costruendo. 
Quell’aggettivo cosi greve e fuori luogo urtò nel profondo Daniela che non glielo perdonò mai. Nel fine settimana in cui Daniela sarebbe dovuta tornare a casa, inventò una scusa ad Antonio, ma disse alla madre la verità, voleva stare a Bari con i suoi amici.
La madre sperava in cuor suo che la figlia lasciasse quel ragazzo con una personalità così costruita e artefatta ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo, anzi sembrava che lei ci tenesse tanto alla loro relazione, ma era solo la paura di una mamma di sapere sua figlia sperduta negli abissi di una città nuova e sconosciuta, pertanto la presenza di quel ragazzo avrebbe certamente saputo proteggerla.
Antonio sapeva, per bocca di Daniela, che il professore di Diritto Privato aveva assegnato un compito per il lunedì successivo e quindi lei avrebbe dovuto studiare con il gruppo del suo corso.
Cosi scongiurò la presenta del fidanzato a Bari. In quel weekend ci fu di tutto tranne i libri. Venerdì cena con vino e canne fino alle 3.00 di notte, sabato sveglia all’ora di pranzo e la solita scusa che però funzionava sempre, almeno fino all’ingresso sul mercato dei power bank, del cellulare scarico; in biblioteca funzionava anche “non prende linea”.
Per quel weekend Daniela si era gestita alla grande, anche per gli altri che di tanto intanto si organizzavano all’insaputa di del fidanzato.
Nel frattempo Antonio si era organizzato bene, non riuscendo a stare da solo nei weekend lontano dalla fidanzata aveva iniziato a flirtare con una tipa del paese.
Daniela aveva un bel paio di corna, chiaramente questo lo avrebbe scoperto dopo o forse mai.
Antonio dopo averla ripetutamente tradita, diventò ancora più geloso della fidanzata.
Iniziò un lungo periodo di litigi, che Daniela mal sopportava, le rendevano le giornate angoscianti. Quello era il suo periodo, studio, amici e spensieratezza, quella che non tornerà più in tutto l’arco della vita.  Sebbene fossero passati quattro anni dal loro primo incontro, la loro relazione era sempre più instabile. Giovanni, il suo migliore amico non si rassegnava all’idea di vederla con lui e non perdeva occasione per ricordarglielo. Ma qualcosa tratteneva Daniela dal lasciarlo. Ed è quando tutto, è chiaro agli altri ma non a te che stai per commettere l’errore più grande, credere di poterlo cambiare.
30/03
Nei mesi a venire Daniela si era lasciata andare, non badava molto alla sua forma fisica e ciò accade quando cominci a perdere l’entusiasmo verso le cose che solitamente ami o non ti poni il problema se non piaci più al tuo compagno.
 Noi siamo un tutt’uno con il nostro corpo, ogni trasformazione o anche un leggero cambiamento viene percepito ma accade anche che il corpo dice una cosa, vuole andare in una direzione e la mente è totalmente immemore. Ma a ricordarglielo c’era lui, Antonio che puntualmente la invitava a mettersi a dieta: “ti sei ingrassata, amore”, Daniela infastidita non rispondeva, si mortificava continuando tuttavia a cedere alle sue debolezze ma la paura di ingrassare era tanta, lei non si piaceva, era una lotta continua con lo specchio.
 Per fortuna gli esami andavano bene, era quello che le veniva meglio fare e si proiettava già in una vita futura fatta di lavoro e famiglia. Così quando Antonio poco prima della laurea le chiese di sposarlo lei accettò, pensando che le cose si sarebbero aggiustate con il matrimonio, non aveva valutato però che sarebbe dovuta tornare al paese, lui aveva li la sua attività e questo a Daniela non andava giù, ma adesso che si sentiva più fragile aveva bisogno della sicurezza e della fermezza del futuro marito. In lui proiettava quello che lei avrebbe voluto essere, decisa e ferma. Non riusciva a vedersi diversa da come appariva, in realtà tra i due era lei quella caparbia e lungimirante ma ancora non era il tempo della fioritura.
01/4
Corso di diritto Penale, uno dei più difficili, così alcuni dei corsisti decisero di organizzare dei gruppi studio; il gruppo nel quale era capitata Daniela era composto da sei studenti uno dei quali era Mario Serio un giovane di 24 anni al suo ultimo esame, non particolarmente bello, ma aveva la capacità di imbarazzarla. La prima cosa che una donna fa quando un uomo la imbarazza è guardarsi allo specchio e capire come può rendersi perfetta ai suoi occhi. Daniela dopo una settimana era a dieta. 
Il suo amico Giovanni, intuitivo e complice capì che qualcosa stava cambiando in Daniela, aveva la luce di chi coltiva un piccolo fiore nel suo cuore. 
Mario diventava sempre più familiare e lei sempre più imbarazzata, quando lui le rivolgeva lo sguardo. 
Intanto Antonio diventava sempre più possessivo e geloso, le sorprese erano sempre più frequenti e ad ogni rapporto intimo la frase più pronunciata era: " sei mia".
Non era più sua, già da tempo.
L'esame andò bene, tutti superarono l'appello e dunque, una bevuta di gruppo ero d'obbligo. Appuntamento al solito bar in centro alle 21.00. Daniela come ogni donna sa fare, pensò a cosa indossare. Giovanni sdraiato sul letto si gustava quella scena isterica e familiare, "ma se ti chiede di andare da lui che fai?", la risposta rapida e spaventata non lasciò spazio ad ulteriori commenti. Giovanni era certo che lei sarebbe andata da lui, per questo insisteva sul farle depilare le gambe.
Al telefono Antonio, le chiese se le facesse piacere che fosse andato anche lui, lei fu evasiva e lo invitò ad andare nel fine settimana. 
Alle 21.00 finalmente, emozionata e serena si ritrovò con i suoi amici a commentare l'esame; Mario vicino al posto di lei, con il ginocchio le urtava la coscia e lei si sentiva il cuore in gola. Stava provando emozioni nuove e inaspettate. Ma che trovarono la loro fine come una macchina che si schianta contro un muro, quando dalla porta del pub entrò Antonio. Un sorriso finto e forzato smosse il suo viso ben truccato. 
Lui come al suo solito si sedette accanto a lei, con la sua opprimente presenza. L'imbarazzo di Daniela era tanto, non riusciva ad incrociare gli occhi di Mario e lui con garbo cercò di restare fuori dallo spazio privato di lei, per non metterla in difficoltà.
Il post serata fu disastroso, sarebbe dovuta andare cosi: Mario avrebbe accompagnato Daniela a casa, dove però sarebbe arrivata l'indomani mattina, perchè avrebbero trascorso la notte insieme. Invece lei rientrò con Antonio, che le fece notare il modo in cui era agghindata per una semplice serata tra amici, forse esagerata. 
Mario non lo vide più, dopo quella sera lei si senti ridicola e colpevole allo stesso tempo.
Giovanni provò a convincerla di richiamarlo, almeno per un saluto ma lei non avrebbe mai avuto il coraggio di creare una situazione che comportasse un minimo di rischio per la sua quotidianità.
Così, ritornò sui libri e si concentrò sugli esami più complessi, lasciando cadere nell'oblio delle sue più profonde emozioni il ricordo di quei giorni.
Intanto le settimane passarono e Daniela era dimagrita parecchio, era fiorita come le ortensie a maggio, sempre più donna. 
Tuttavia ciò non le consentiva di spedare l’àncora da quel sentimento che lei credeva fosse amore.
18/04/20
Spesso accade che, seppur consapevoli dei propri limiti e limitanti non si ha la forza o direi anche il coraggio di scomodarsi per cambiare le cose.
Sulla bilancia si riesce a far pendere l’ago sulla parte del “tutto sommato”. 
Allora o tradisci o subisci, e al primo traguardo importante, il compimento tondo degli anni, comprendi che la vita ti è passata sopra e non puoi rivivere quello che è andato.
Arrivò il momento della proposta, Antonio le chiese di pensare ad una possibile data per il matrimonio, tuttavia lei aveva qualche esame e la tesi nella mente.
Erano passati quattro anni, così in fretta, così fugaci ma intensi. Anni che lei avrebbe portato con sé fino alla fine. C’era tempo per la data, Daniela si era concessa altro tempo.
Giovanni invitò Daniela a casa sua nelle Marche, per conoscere la sua famiglia, lei andò volentieri, sentiva il contesto, familiare. Partirono in treno, poche cose estive nel trolley.
Arrivati a casa, Maria la mamma di Giovanni accolse Daniela come una figlia. 
La portò nella camera di Giovanni per rinfrescarsi, loro avrebbero dormito insieme, o meglio lui sul materasso poggiato a terra, lei sul letto. Giovanni quella sera chiamò a rassegna i suoi cugini dovevano far divertire la gradita ospite.
“Troia preparati” disse all’amica, lei sorridendo eseguì gli ordini. Jeans stretti che risaltavano la sua ritrovata forma, blusa blu trasparente e décolleté nude.
Quante risate quella sera, quanti abbracci tra lei e Giovanni fino alle 5.00 di mattina, fin quando la pasticceria non sfornò i primi cornetti caldi alla crema, accompagnandoli con un confortevole cappuccino. A dormire.
Maria svegliò i due studenti a mezzogiorno con il profumo dei vincisgrassi, una specie di lasagna, una specie.
Daniela accese subito il telefono, c’erano cinque chiamate di Antonio.
Lei lo richiamò ancora con la voce del sonno; il tono di lui era infastidito e le raccomandò di non esagerare. Chiuso il telefono, Giovanni fece una pernacchia. Daniela contenne l'exploit dell’amico, ma era palese l’antipatia reciproca. 
“Davvero vuoi sposarlo?” le chiese, “non lo so, ora devo pensare agli esami e alla tesi”, così allontanò il pensiero, godendosi la giornata.
Gita alle grotte di Frasassi, con loro Umberto e Nadia i cugini di Giovanni, che Daniela aveva già conosciuto. Peraltro erano stati insieme la notte precedente.
Tra Umberto e Daniela c’era simpatia, alimentata dai momenti unici di quella giornata tutti insieme. Umberto lavorava presso l’Ente del Turismo di Pescara e Daniela gli aveva chiesto alcuni file che le sarebbero potuti servire per l’esame di Diritto del Turismo, che si era lasciata tra gli ultimi. 
Così si scambiarono numeri di telefono e indirizzi email. All’indomani sarebbero ripartiti per Bari lei e Giovanni.
21/04
Tutto iniziò regolarmente, lezioni, studio amici, famiglie e fidanzato. Quest’ultimo sempre più opprimente. Dopo quel weekend nelle Marche, lui era infastidito dalla presenza di Giovanni notava che aveva una certa influenza su Daniela e questo non lo tollerava.
Iniziò a evidenziare quei tratti spigolosi del carattere del giovane studente e ogni volta che si presentava l’occasione e avveniva spesso poiché erano i tratti caratteriali di Giovanni, lui si risentiva e immusonito faceva pesare la cosa a Daniela, che angosciata per la situazione cominciò ad evitare gli incontri a tre.
Con fare premuroso e remissivo Antonio, convinse Daniela a ritornare spesso al paese, per vedere gli appartamenti e le case da selezionare per scegliere quello che sarebbe stato il loro nido.
Daniela aveva un senso di ansia, ma le mancavano gli strumenti giusti per capire quale bullone allentare e quale avvitare.
Umberto intanto le inviava di tanto in tanto delle mail con il materiale richiesto e dei tentativi di corteggiamento.
Giovanni lo invitò per il Gay Pride a Bari, dovevano essere in tanti a proclamare l’amore libero. Antonio non andò, ma Daniela era in prima fila con i suoi amici.
Umberto a Daniela in quella strana confusione, tra arcobaleni e manifesti, parrucche e tacchi, si scambiarono un bacio. Gli piacque.
Fu inevitabile, scambiarsi il secondo e il terzo durante la giornata. Continuava a piacergli.
Daniela si sentiva entusiasta, libera, emozionata. Umberto le spostava i capelli baciandole le guance, le trovava morbide e graziose. Lui cercava dei piccoli pertugi, per arrivare lì dove Daniela quel giorno non gli consentì di arrivare.
Era troppo frenata per concedere altro.
Parlò dell’accaduto con Giovanni che, sperava in cuor suo che il cugino potesse rapirle il cuore. Il senso di colpa cominciava ad affiorare, ma quello di eccitazione era più forte. Intanto le visite di Umberto erano frequenti. Anche quelle di Antonio; egli notò qualcosa di diverso nella fidanzata, sembrava sfuggente a tratti nervosa, allora cominciò a frugare tra le sue cose, per esempio tra le sue mail. Lui aveva le sue credenziali, da quella mattina in cui lei lo chiamò per entrare nella sua casella di posta. A parte qualche mail amichevole e confidenziale, non trovò nulla di compromettente, se non il fatto che Umberto le inviava di tanto in tanto qualche mail.
Decise così di monitorare la posta di Daniela, aspettando il passo falso. Per mesi spiò la posta di Daniela a sua insaputa. Lei, fino a quel momento non aveva concesso null’altro che un bacio e qualche coccola. Fin quanto quell’attrazione non prese la piega del sentimento.  Umberto sapeva che Daniela nel fine settimana si sarebbe recata in Calabria, cosi prese un giorno di ferie a lavoro e si precipitò da lei. La chiamò e le chiese di offrirgli un caffè a colazione, portandole lo stesso cornetto che lei mangiò durante il weekend dal cugino. Daniela emoziona, chiuse il telefono si precipitò in bagno e nella doccia, rasoio in mano. Cosparse il corpo di crema idratante, acqua profumata. Indossò un coordinato semplice, non voleva che lui pensasse che si fosse preparata apposta, per cui scelse quello migliore ma che non dava nell’occhio, l’obiettivo era fargli pensare che regolarmente lei indossasse quella biancheria e non quelle strane mutande di cotone che segnano le natiche, e quei reggiseni di ampio respiro ma che lasciano i seni abbandonati a se stessi.
Indossò una maglietta e uno short, raccolse i capelli con una matita. Preparò il caffè e attese il suono del citofono.
24/4
Eccolo! Lei lo aprì e si salutarono cordialmente. A quel punto Daniela scartò i cornetti leggendone l’etichetta sulla carta: “ma li hai presi al bar dell’altra volta?” lui, con aria serena la guardò e disse: “avevi detto che ti erano piaciuti, e te li ho portati”, continuarono a guardarsi dritti negli occhi, dicendosi più cose di quante ne avrebbero dette parlandosi. “Mi piaci Daniela, mi piaci tanto” interrompendo il silenzio per un attimo.
Lei sentì per la prima volta un brivido lungo la schiena, il cuore in gola e sapeva che stava per perdere il controllo.  “Vedi Umberto, conosci la mia situazione e per me è difficile ..” lui la interruppe e si alzò, le andò vicino e all’orecchio le sussurrò: “Non ti sto chiedendo nulla, lascia però che io possa innamorami di te”.
Qualche ora dopo si ritrovarono, abbracciati nel letto a ridere e a farsi il solletico con una complicità che lei, non aveva con Antonio. Caspita Antonio!
Daniela si precipitò fuori dal letto e si rivestì, agitandosi. Chiese ad Umberto di andar via di lasciarla sola. Fare sesso con lui le era piaciuto ma ora le era subentrato il senso di colpa.
La prima chiamata fu fatta a Giovanni. “Gio, cazzo Gio’” l’amico diventò serio e le chiese se fosse successo qualcosa e lei gli raccontò che aveva appena tradito Antonio. “Ma sii trimone! Mi hai fatto spaventare, pesavo chissà cosa fosse successo. Era ora”. Daniela era confortata per le parole sincere dell’amico ma allo stesso tempo sapeva che avrebbe dovuto riflettere su quanto era successo. 
02/05
Nel weekend lei rientrò a casa, ad aspettarla c’era lui. Stranamente lei rimosse ciò che era successo e tutto proseguì come se nulla fosse. Forse è la capacità che il nostro inconscio ha di proteggerci. Prendere le distanze da ciò che genera ansie.
Ma a fargliele venire ci pensava lui. Aveva scelto la casa, vicino ai suoi genitori, era la cosa più comoda per lui.
Daniela non era entusiasta, lei per un attimo si dissociò dalla realtà, ne aveva vissuta una diversa, strana, emozionante e invece lui le parlava di case, genitori, impegno, quello serio.
Fffff…..pianse quella sera, da sola nel suo letto, pianse tanto.
 Non ci riusciva, non sapeva come slegarsi da quel rapporto, aveva paura di perdere le sue certezze di perdere lui.
Spesso accade che ci accomodiamo e l’idea di perdere quell’angolino confortevole, almeno così appare, ci fa indietreggiare nel fare delle scelte che invece potrebbero migliorarci la vita o anche peggiorarla ma come facciamo a saperlo se rimaniamo li ad aspettare che accada qualcosa per cambiarcela.
Antonio le propose delle date e lei prese ancora tempo, era confusa. Intanto lui la cercava per accoccolarsi un po' e lei ora non riusciva, mentiva ma andava avanti.
Ma lui no, cominciò ad osservarla più del solito. Durante la settimana, piombava nel bel mezzo della notte a Bari, dicendole che la desiderava così tanto che non riusciva a resistere fino al sabato. Lei intanto si era concentrata sulla tesi e non voleva sapere altro, la data delle sedute si avvicinava e lei si ancora una volta postergava ogni decisione.
Umberto provò a chiamarla diverse volte, ma lei evitava di incontrarlo. Lui le scrisse diverse email per poterla convincere che quello che c’era stato significava qualcosa.
Ma prima che lei le leggesse, Antonio era entrato nella sua casella di posta elettronica, visto che era stata Daniela, in tempi non sospetti a fornirgli le sue credenziali.
Lesse tutte le mail e seppe ciò che era successo. Cosi iniziò un periodo buio per loro. 
04/05
C’erano tre cuori spezzati ed ognuno vi attribuì un significato diverso.
Ma Antonio, ignorò che tradiva Daniela da tempo ormai, ma non accettava che fosse lei a commettere lo stesso errore, a lei non era consentito.
 Daniela, dal canto suo, non sapeva come giustificarsi, il senso di colpa l’attanagliava, pensava di essere la donna più scorretta del mondo, di aver fatto una brutalità, aver mentito a quell’uomo che le faceva le sorprese, l’amava, pensava a loro due.
A fare un passo indietro fu Umberto, non voleva che lei soffrisse a causa sua, la lasciò libera di scegliere, attendendo una sua chiamata; la chiamata non arrivò mai.
L’atteggiamento di Antonio fu spietato, le sue parole tagliarono ogni filo di speranza per Daniela di svincolarsi da quella relazione. Non la perdonò e per molte settimane la rimproverò per quello che aveva fatto, nascondendole però i suoi di scheletri come il più subdolo tra gli uomini.
La fissava, facendole percepire il disprezzo e poi le distoglieva lo sguardo lasciandole il tempo di immaginare quale elucubrazione lui stesse facendo.
La primavera arrivò nuovamente, Daniela sorrideva per il traguardo raggiunto, si laureò, era bellissima, indossava un tubino blu con sopra una giacca avvitata color corda, i decolletè in tinta e una ghirlanda di alloro in testa. I capelli sciolti le incorniciavano il viso velato di tristezza. Giovanni le fece gli auguri quel giorno, l’abbracciò e andò via, Antonio non ne gradiva la presenza. Daniela lo guardò con il cuore infranto avrebbe voluto dirgli di rimanere, era anche suo il traguardo, ma non lo fece, come avrebbe potuto avere questa pretesa. Ormai Antonio le aveva apposto la lettera scarlatta sul petto. 

Nuove amicizie di coppia sostituirono quelle personali, qualcuno rimase, ma altri si allontanarono. Daniela e Antonio scelsero la data delle nozze, più tardi del previsto.

Non fu facile per lui perdonarla, fu lei a voler fissare la data. Credeva che una volta sposati tutto si sarebbe sistemato e avrebbe cancellato come con un colpo di spugna ogni velleità, ogni sciocco desiderio e che avrebbe fatto di lei una brava moglie, una brava amica, una brava lavoratrice, quello che gli altri volevano che lei facesse.

Lei nei mesi a venire fu assorta nei preparativi, aveva rimandato l’esame di avvocato in quel momento voleva pensare ad essere felice.

Il loro rapporto tornò alla normalità, tutto fu buttato alle spalle. Si susseguirono feste in famiglia, brindisi, pranzi e cene. Daniela evitava di pensare, sperava solo che il tempo passasse e che le potesse portare la felicità, quella che assaggiò durante gli anni dell’università, perché quella che stava vivendo era solo la voglia di esserlo.

Arrivò il giorno del matrimonio. La sera prima lei festeggiò insieme alle sue amiche sposate e con figli e vide la sua vita riflessa nei loro occhi. L’indomani si svegliò, si preparò, era bellissima. Fiori, decorazioni, porta riso, segna posto, tabelloni, tutto ciò che occorre per augurarsi la felicità. Dichiararono e giurarono amore per tutta la vita, si scambiarono le fedi con un bacio di fine rito. Festeggiarono e si divertirono.

Il giorno dopo iniziò la loro vita insieme e la certezza disattesa che avrebbero avuto dei figli per i quali vivere e riempire le loro giornate. 

 

Finisce così questa parte della vita di Daniela …per ora. Perché la vita è meravigliosamente imprevedibile e spesso ci offre altre opportunità e nuovi risvegli. 

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