Un pomeriggio di Ottobre fastidiosamente
ventoso, Daniela era seduta sulla sua poltrona preferita; quella
in patchwork, vicino al tavolino bianco con i piedi in rovere sul quale vi
erano poggiati il suo smartphone, il solvente per le unghie, dei batuffoli di
cotone e lo smalto dark-blue. Le piaceva cambiare il colore dello smalto
spesso, a dispetto delle sue colleghe che avevano le unghie laccate dello
stesso colore per un mese.
Non poteva mancare la musica di
sottofondo, in quel periodo ascoltava in loop una canzone di Giordana
Angi, Stringimi più forte, il cui titolo le faceva salire un
senso di inquietudine ma la strofa che cantava volentieri era ..."per
sapere amare non basta chiamarsi amore".
Quell'amore che l' aveva soffocata e resa
amorfa per lunghi dieci anni.
21/03
Daniela è un avvocato riciclato all’
insegnamento, nonostante ciò ama quello che fa, ama i suoi alunni adolescenti
del Liceo Scientifico Banzi di Lecce.
Sebbene lei non fosse Pugliese di nascita
bensì d'adozione, amava quella città di colore paglierino, dove ogni dettaglio
era costruito in roccia calcarea.
Amava il profumo dei pasticciotti ripieni
di crema e amarena e dei rustici alle 11.00, i suoi alunni talvolta li
mangiavano a merenda e lei si dava forza con il suo pacco di cracker
integrale. Una donna fragile, bisognosa di amore con una personalità
claudicante, facilmente traghettabile da chi ha il privilegio di entrare nel
suo cuore.
Soggetta a crisi di pianto e
attacchi bulimici cerca di prendere dal cibo ciò che non trova altrove, poi
vomita, non sempre; dipende se l’abbuffata la fa nei periodi di forte stress.
Una donna fedele e molto molto socievole, un piacere frequentarla.
Ha una cura maniacale per il suo look,
Daniela è sempre perfetta.
Lei vive, in un appartamento del centro di
Lecce, glielo regalò il padre quando le fu assegnato il ruolo. Un ambiente
confortevole, piccolo, arredato con bei mobili, aveva gusto. Uno stile classico
alternato al moderno, impreziosito da numerosi quadri.
La stanza più particolare era quella
da letto, la cabina armadio a quattro scompartimenti e uno scaffale a muro per
le scarpe.
Il letto con la testiera in capitonnè
bianco, un tappeto zebrato, una toeletta per i trucchi e i profumi, ne aveva
diversi così come erano diversi i gioielli.
Una lampada nera e una poltrona rosa
vestivano l’intera camera.
Seguiva le riviste di moda e aveva un
bellissimo delfino tatuato sulla spalla. Nell’ultimo anno poi, si era regalata
un viaggio in Giordania, voleva andare in un posto mistico dove potersi
ritrovare e dire addio alla Daniela 1.0.
Le ferite erano troppe, ma è solo quando
il dolore diventa insopportabile che decidi di lasciarti uccidere o uccidere
lui.
A questa conclusione non c’era arrivata
autonomamente, l’avevano indotta gli eventi, lei non avrebbe mai preso da sola
questa decisione.
E’ una donna fortunata Daniela.
Fortunata sì, perché spesso le nostre fragilità e debolezze non ci consentono
di andare oltre le evidenze.
24/03
Daniela si innamorò di quel ragazzo quasi
scontato, le faceva la corte quando la guardavano tutti, ma era lei che non
vedeva se stessa; presa dai suoi complessi e dalla mania di essere perfetta.
Lui rappresentava il terreno sicuro su cui camminare nonostante tutto, il
ragazzo semplice sul quale esercitare la propria superiorità culturale, lei era
brava a scuola, lui era quello pieno di sé, convinto di fare sempre la cosa
giusta, ma riusciva a zittirlo con un breve giro di parole e semplici
elucubrazioni. Nonostante ciò a lei piaceva; le piaceva fisicamente, quello
sguardo algido e il fisico asciutto lo rendevano irresistibile ai suoi occhi. E
poi lui, era stato il primo ragazzo con aveva fatto l’amore, sebbene a letto dimostrasse
la sua personalità narcisistica, un atteggiamento dominante e poco empatico.
Anche lui, Antonio era attratto da
Daniela, ma voleva cambiarla.
Non gli piaceva questo suo essere
vanitosa, questo spendere i soldi per vestiti o borse, anche il suo lato
estroverso lo infastidiva a volte, l’avrebbe voluta più riservata, a volte casa
e chiesa, altre volte emancipata, ma sempre sotto il suo controllo.
Il primo anno da ventenni è stato bello,
regali, coccole e litigi passeggeri. Entrambi innamorati dell’ideale dell’amore.
Nell’ Ottobre del 2007 lei partì per
proseguire gli studi all’università di Bari, scelse giurisprudenza, avrebbe
voluto esercitare qualche attività inerente al ramo, ma non sapeva nemmeno lei
cosa avrebbe voluto essere e chi sarebbe voluta diventare.
In quell’anno, anno in cui Steeve Jobs con
la Apple lanciarono sul mercato l’iPhone, il Milan vinceva la quindicesima UEFA
champions league, Enzo Biagi e Pavarotti si librarono nei cieli, lui faceva la
spola tra Bari e Rotondella.
Era inadeguato al contesto studentesco e
mentre lei per la prima volta respirava un’aria nuova e battesimi vari, lui le
stava sempre di più con il fiato sul collo.
I primi esami furono un
successo e la vita in casa con le sue coinquiline, uno spasso.
Tre ragazze calabresi e una
studentessa Leccese.
Per la prima volta Daniela scoprì i
pasticciotti e i rustici e fu amore al primo assaggio.
26/03...
Clara una delle ragazze calabresi propose
alle coinquiline di fare una gita fuori porta, si sarebbe fatta prestare la
macchina dal fidanzato anche lui all’università ma all’ultimo anno di
Giurisprudenza; come non accettare.
Entusiasta Daniela lo dice al
fidanzato, avvisandolo della trasferta, informandolo sulla compagnia, sul
tragitto e persino sull’orario. Lui pensò bene di farle una sorpresa, piombando
a casa sua la sera prima di partire per la gita a Vasto. Daniela in quel
momento lo percepì come un gesto d’amore. Di fatto il giorno dopo, mentre gli
altri fidanzati si organizzavano in autonomia, lui partì con loro.
Il viaggio andò bene, si divertirono tutti
insieme. Una volta a casa, lui le fece notare delicatamente che aveva bevuto un
po' troppo. Lei accettò l’appunto, minimizzandolo.
Intanto le amiche notavano ciò che
lei ancora non voleva vedere.
Una mattina all’università, Daniela
dimenticò di stampare le sue credenziali e telefonò al fidanzato per
recuperarle i dati dal suo account gmail; così gli fornì la password del suo
indirizzo email. Antonio le conserverà per tempi futuri e non sospetti. Lei aveva sempre condiviso con lui ogni tipo di segreto, fino ad allora.
27/03....
Intanto Daniela rientra da Bari ogni due
weekend, è felice di vedere la sua famiglia e di ritrovare il suo fidanzato.
Sono tante le cose che fanno insieme, ad entrambi piace giocare alla
playstation, fanno divertenti partite di tanto in tanto. Escono con gli amici
di lui, perché quelli di lei sono meno divertenti a parer di Antonio.
Quando il lunedi Daniela riparte per
l’Università il distacco è sempre un po' distorto dalla paura di cambiare, non
è nostalgia ma consapevolezza crescente.
Lui sa che Daniela prima o poi spiccherà
il volo e dunque il suo attaccamento diventa sempre più ossessivo. “Ti
accompagno io a Bari oggi” le disse con istinto, lei attonita rispose che non
c’era bisogno, sarebbe andata con l’autobus.
Lui insistette “dai almeno stiamo ancora
un po' insieme”, “d’accordo” rispose lei, senza pensarci ulteriormente.
Rientrati a Bari in mattinata, lei si recò
in facoltà per una lezione. Al suo rientro lo trovò steso sul suo letto ad
aspettarla. Lei ne era felice, passarono il pomeriggio insieme, lei studiò
supina sul letto, con libri, matite, fazzoletti, cellulare, tarallini e
bottiglietta d’acqua.
“Quando ci sposeremo dovrai essere più
ordinata, non si capisce nulla in questa stanza” esclamò la parte cavernicola
di lui, “mia madre impazzirebbe se vedesse tutte queste cose sul letto, per lei
è sacro”; Daniela si indispose e non gli parlò tutta la sera, ma lui sapeva
come offenderla ma anche come farsi perdonare.
Durante la cena fu servizievole e gentile
con lei, cominciò a baciarla sul collo e a pizzicarla sull’addome, lei
soffrendo il solletico cadde subito tra le sue braccia, facendo scivolare le
pungenti parole del pomeriggio.
L’indomani, alla stessa lezione incontrò
lo stesso ragazzo del giorno prima e lo incontrò anche in quello successivo e
ancora l’altro.
Era Giovanni, uno spettacolo! Divertente,
allegro, Daniela si divertiva molto con lui, soprattutto durante le lezioni di
Diritto Privato, entrambi avevano notato lo stesso assistente della
professoressa.
28/03/20
Con il passare delle settimane c’era
sempre più intesa tra Daniela e Giovanni, e lei si affezionò molto a lui. Alla
prima occasione utile gli presentò Antonio, una stretta di mano educata e
commenti postumi a fiumi. Durante l’incontro i due amici ridacchiavano per ogni
cosa, scimmiottando i loro insegnanti e i rispettivi collaboratori.
Antonio trovò tutto così infantile che con
calma e gentilezza lo fece notare alla fidanzata una vota da soli, a casa. Lei continuò
a ridere stemperando il momento, ma lui diventò cupo e serio. Lei gli diede un
bacio e spense la luce.
Da lontano lui, la controllava, guardava
le mail, avendo conservato le credenziali e attraverso questo strumento geniale
ma altrettanto diabolico le chiedeva in qualsiasi momento di videochiamarsi per
darsi un bacio da lontano. Le coinquiline intanto mal sopportavano
l’atteggiamento passivo aggressivo, cosi lo definivano, di Antonio e premevano
sull’autonomia di Daniela.
29/03
Ci fu un giorno in cui Daniela avvertì per
la prima volta una frattura nel suo cuore; durante una delle innumerevoli
telefonate, lui esordì dicendo: “sei con il ricchione?”, le si gelò il sangue,
perché Giovanni era accanto a lei ma non sentì, era intento a farle le smorfie
sulla pesantezza del fidanzato stalker.
Daniela lo congedò subito e fu turbata
tutto il giorno.
Non sopportava quel lato saccente
oltretutto offensivo. Voleva bene a Giovanni e per la prima volta da quando
stavano insieme sentiva questa amicizia una “cosa” sua, a Giovanni lei poteva
confidare qualsiasi cosa e Antonio non riusciva a penetrare il muro che i due
amici stavano costruendo.
Quell’aggettivo cosi greve e fuori luogo
urtò nel profondo Daniela che non glielo perdonò mai. Nel fine settimana
in cui Daniela sarebbe dovuta tornare a casa, inventò una scusa ad Antonio, ma
disse alla madre la verità, voleva stare a Bari con i suoi amici.
La madre sperava in cuor suo che la figlia
lasciasse quel ragazzo con una personalità così costruita e artefatta ma non
aveva mai avuto il coraggio di dirglielo, anzi sembrava che lei ci tenesse tanto
alla loro relazione, ma era solo la paura di una mamma di sapere sua figlia
sperduta negli abissi di una città nuova e sconosciuta, pertanto la presenza di
quel ragazzo avrebbe certamente saputo proteggerla.
Antonio sapeva, per bocca di Daniela, che il professore di
Diritto Privato aveva assegnato un compito per il lunedì successivo e quindi
lei avrebbe dovuto studiare con il gruppo del suo corso.
Cosi scongiurò la presenta del fidanzato a
Bari. In quel weekend ci fu di tutto tranne i libri. Venerdì cena con
vino e canne fino alle 3.00 di notte, sabato sveglia all’ora di pranzo e la
solita scusa che però funzionava sempre, almeno fino all’ingresso sul mercato
dei power bank, del cellulare scarico; in biblioteca funzionava anche “non
prende linea”.
Per quel weekend Daniela si era gestita
alla grande, anche per gli altri che di tanto intanto si organizzavano
all’insaputa di del fidanzato.
Nel frattempo Antonio si era organizzato
bene, non riuscendo a stare da solo nei weekend lontano dalla fidanzata aveva
iniziato a flirtare con una tipa del paese.
Daniela aveva un bel paio di corna,
chiaramente questo lo avrebbe scoperto dopo o forse mai.
Antonio dopo averla ripetutamente tradita,
diventò ancora più geloso della fidanzata.
Iniziò un lungo periodo di litigi, che
Daniela mal sopportava, le rendevano le giornate angoscianti. Quello era il suo
periodo, studio, amici e spensieratezza, quella che non tornerà più in tutto
l’arco della vita. Sebbene fossero passati quattro anni dal loro primo
incontro, la loro relazione era sempre più instabile. Giovanni, il suo migliore
amico non si rassegnava all’idea di vederla con lui e non perdeva occasione per
ricordarglielo. Ma qualcosa tratteneva Daniela dal lasciarlo. Ed è quando tutto,
è chiaro agli altri ma non a te che stai per commettere l’errore più grande,
credere di poterlo cambiare.
30/03
Nei mesi a venire Daniela si era lasciata
andare, non badava molto alla sua forma fisica e ciò accade quando cominci a
perdere l’entusiasmo verso le cose che solitamente ami o non ti poni il
problema se non piaci più al tuo compagno.
Noi siamo un tutt’uno con il nostro
corpo, ogni trasformazione o anche un leggero cambiamento viene percepito ma
accade anche che il corpo dice una cosa, vuole andare in una direzione e
la mente è totalmente immemore. Ma a ricordarglielo c’era lui, Antonio che
puntualmente la invitava a mettersi a dieta: “ti sei ingrassata, amore”,
Daniela infastidita non rispondeva, si mortificava continuando tuttavia a
cedere alle sue debolezze ma la paura di ingrassare era tanta, lei non si
piaceva, era una lotta continua con lo specchio.
Per fortuna gli esami andavano
bene, era quello che le veniva meglio fare e si proiettava già in una vita
futura fatta di lavoro e famiglia. Così quando Antonio poco prima della laurea
le chiese di sposarlo lei accettò, pensando che le cose si sarebbero aggiustate
con il matrimonio, non aveva valutato però che sarebbe dovuta tornare al paese,
lui aveva li la sua attività e questo a Daniela non andava giù, ma adesso che
si sentiva più fragile aveva bisogno della sicurezza e della fermezza del
futuro marito. In lui proiettava quello che lei avrebbe voluto essere, decisa e
ferma. Non riusciva a vedersi diversa da come appariva, in realtà tra i due era
lei quella caparbia e lungimirante ma ancora non era il tempo della fioritura.
01/4
Corso di diritto Penale, uno dei più
difficili, così alcuni dei corsisti decisero di organizzare dei gruppi studio;
il gruppo nel quale era capitata Daniela era composto da sei studenti uno dei
quali era Mario Serio un giovane di 24 anni al suo ultimo esame, non
particolarmente bello, ma aveva la capacità di imbarazzarla. La prima cosa
che una donna fa quando un uomo la imbarazza è guardarsi allo specchio e capire
come può rendersi perfetta ai suoi occhi. Daniela dopo una settimana era a
dieta.
Il suo amico Giovanni, intuitivo e
complice capì che qualcosa stava cambiando in Daniela, aveva la luce di chi
coltiva un piccolo fiore nel suo cuore.
Mario diventava sempre più familiare e lei
sempre più imbarazzata, quando lui le rivolgeva lo sguardo.
Intanto Antonio diventava sempre più
possessivo e geloso, le sorprese erano sempre più frequenti e ad ogni rapporto
intimo la frase più pronunciata era: " sei mia".
Non era più sua, già da tempo.
L'esame andò bene, tutti superarono
l'appello e dunque, una bevuta di gruppo ero d'obbligo. Appuntamento al solito
bar in centro alle 21.00. Daniela come ogni donna sa fare, pensò a cosa
indossare. Giovanni sdraiato sul letto si gustava quella scena isterica e
familiare, "ma se ti chiede di andare da lui che fai?", la risposta
rapida e spaventata non lasciò spazio ad ulteriori commenti. Giovanni era certo
che lei sarebbe andata da lui, per questo insisteva sul farle depilare le gambe.
Al telefono Antonio, le chiese se le facesse
piacere che fosse andato anche lui, lei fu evasiva e lo invitò ad andare
nel fine settimana.
Alle 21.00 finalmente, emozionata e serena
si ritrovò con i suoi amici a commentare l'esame; Mario vicino al posto di lei,
con il ginocchio le urtava la coscia e lei si sentiva il cuore in gola. Stava
provando emozioni nuove e inaspettate. Ma che trovarono la loro fine come una
macchina che si schianta contro un muro, quando dalla porta del pub entrò
Antonio. Un sorriso finto e forzato smosse il suo viso ben truccato.
Lui come al suo solito si sedette accanto
a lei, con la sua opprimente presenza. L'imbarazzo di Daniela era tanto, non
riusciva ad incrociare gli occhi di Mario e lui con garbo cercò di restare
fuori dallo spazio privato di lei, per non metterla in difficoltà.
Il post serata fu disastroso, sarebbe
dovuta andare cosi: Mario avrebbe accompagnato Daniela a casa, dove però
sarebbe arrivata l'indomani mattina, perchè avrebbero trascorso la notte
insieme. Invece lei rientrò con Antonio, che le fece notare il modo in cui era
agghindata per una semplice serata tra amici, forse esagerata.
Mario non lo vide più, dopo quella sera
lei si senti ridicola e colpevole allo stesso tempo.
Giovanni provò a convincerla di
richiamarlo, almeno per un saluto ma lei non avrebbe mai avuto il coraggio di
creare una situazione che comportasse un minimo di rischio per la sua
quotidianità.
Così, ritornò sui libri e si concentrò
sugli esami più complessi, lasciando cadere nell'oblio delle sue più profonde
emozioni il ricordo di quei giorni.
Intanto le settimane passarono e Daniela
era dimagrita parecchio, era fiorita come le ortensie a maggio, sempre più
donna.
Tuttavia ciò non le consentiva di spedare
l’àncora da quel sentimento che lei credeva fosse amore.
18/04/20
Spesso accade che, seppur consapevoli dei
propri limiti e limitanti non si ha la forza o direi anche il coraggio di
scomodarsi per cambiare le cose.
Sulla bilancia si riesce a far pendere
l’ago sulla parte del “tutto sommato”.
Allora o tradisci o subisci, e al primo
traguardo importante, il compimento tondo degli anni, comprendi che la vita ti
è passata sopra e non puoi rivivere quello che è andato.
Arrivò il momento della proposta,
Antonio le chiese di pensare ad una possibile data per il matrimonio, tuttavia
lei aveva qualche esame e la tesi nella mente.
Erano passati quattro anni, così in
fretta, così fugaci ma intensi. Anni che lei avrebbe portato con sé fino alla
fine. C’era tempo per la data, Daniela si era concessa altro tempo.
Giovanni invitò Daniela a casa sua nelle
Marche, per conoscere la sua famiglia, lei andò volentieri, sentiva il
contesto, familiare. Partirono in treno, poche cose estive nel trolley.
Arrivati a casa, Maria la mamma di
Giovanni accolse Daniela come una figlia.
La portò nella camera di Giovanni per
rinfrescarsi, loro avrebbero dormito insieme, o meglio lui sul materasso
poggiato a terra, lei sul letto. Giovanni quella sera chiamò a rassegna i suoi
cugini dovevano far divertire la gradita ospite.
“Troia preparati” disse all’amica, lei
sorridendo eseguì gli ordini. Jeans stretti che risaltavano la sua ritrovata
forma, blusa blu trasparente e décolleté nude.
Quante risate quella sera, quanti abbracci
tra lei e Giovanni fino alle 5.00 di mattina, fin quando la pasticceria non
sfornò i primi cornetti caldi alla crema, accompagnandoli con un confortevole
cappuccino. A dormire.
Maria svegliò i due studenti a mezzogiorno
con il profumo dei vincisgrassi, una specie di lasagna, una specie.
Daniela accese subito il telefono, c’erano
cinque chiamate di Antonio.
Lei lo richiamò ancora con la voce
del sonno; il tono di lui era infastidito e le raccomandò di non esagerare.
Chiuso il telefono, Giovanni fece una pernacchia. Daniela contenne l'exploit
dell’amico, ma era palese l’antipatia reciproca.
“Davvero vuoi sposarlo?” le chiese, “non
lo so, ora devo pensare agli esami e alla tesi”, così allontanò il pensiero,
godendosi la giornata.
Gita alle grotte di Frasassi, con loro
Umberto e Nadia i cugini di Giovanni, che Daniela aveva già conosciuto. Peraltro
erano stati insieme la notte precedente.
Tra Umberto e Daniela c’era simpatia,
alimentata dai momenti unici di quella giornata tutti insieme. Umberto lavorava
presso l’Ente del Turismo di Pescara e Daniela gli aveva chiesto alcuni file
che le sarebbero potuti servire per l’esame di Diritto del Turismo, che si era
lasciata tra gli ultimi.
Così si scambiarono numeri di telefono e
indirizzi email. All’indomani sarebbero ripartiti per Bari lei e Giovanni.
21/04
Tutto iniziò regolarmente, lezioni, studio
amici, famiglie e fidanzato. Quest’ultimo sempre più opprimente. Dopo quel
weekend nelle Marche, lui era infastidito dalla presenza di Giovanni notava che
aveva una certa influenza su Daniela e questo non lo tollerava.
Iniziò a evidenziare quei tratti spigolosi
del carattere del giovane studente e ogni volta che si presentava l’occasione e
avveniva spesso poiché erano i tratti caratteriali di Giovanni, lui si
risentiva e immusonito faceva pesare la cosa a Daniela, che angosciata per la
situazione cominciò ad evitare gli incontri a tre.
Con fare premuroso e remissivo Antonio,
convinse Daniela a ritornare spesso al paese, per vedere gli appartamenti e le
case da selezionare per scegliere quello che sarebbe stato il loro nido.
Daniela aveva un senso di ansia, ma le
mancavano gli strumenti giusti per capire quale bullone allentare e quale
avvitare.
Umberto intanto le inviava di tanto in
tanto delle mail con il materiale richiesto e dei tentativi di corteggiamento.
Giovanni lo invitò per il Gay Pride a
Bari, dovevano essere in tanti a proclamare l’amore libero. Antonio non andò,
ma Daniela era in prima fila con i suoi amici.
Umberto a Daniela in quella strana
confusione, tra arcobaleni e manifesti, parrucche e tacchi, si scambiarono un
bacio. Gli piacque.
Fu inevitabile, scambiarsi il secondo e il
terzo durante la giornata. Continuava a piacergli.
Daniela si sentiva entusiasta, libera,
emozionata. Umberto le spostava i capelli baciandole le guance, le trovava
morbide e graziose. Lui cercava dei piccoli pertugi, per arrivare lì dove
Daniela quel giorno non gli consentì di arrivare.
Era troppo frenata per concedere altro.
Parlò dell’accaduto con Giovanni che, sperava in cuor suo che il cugino potesse rapirle il cuore. Il senso di colpa
cominciava ad affiorare, ma quello di eccitazione era più forte. Intanto le
visite di Umberto erano frequenti. Anche quelle di Antonio; egli notò qualcosa
di diverso nella fidanzata, sembrava sfuggente a tratti nervosa, allora
cominciò a frugare tra le sue cose, per esempio tra le sue mail. Lui aveva le
sue credenziali, da quella mattina in cui lei lo chiamò per entrare nella sua
casella di posta. A parte qualche mail amichevole e confidenziale, non trovò
nulla di compromettente, se non il fatto che Umberto le inviava di tanto in
tanto qualche mail.
Decise così di monitorare la posta di
Daniela, aspettando il passo falso. Per mesi spiò la posta di Daniela a sua
insaputa. Lei, fino a quel momento non aveva concesso null’altro che un bacio e
qualche coccola. Fin quanto quell’attrazione non prese la piega del sentimento. Umberto
sapeva che Daniela nel fine settimana si sarebbe recata in Calabria, cosi prese
un giorno di ferie a lavoro e si precipitò da lei. La chiamò e le chiese di
offrirgli un caffè a colazione, portandole lo stesso cornetto che lei mangiò
durante il weekend dal cugino. Daniela emoziona, chiuse il telefono si
precipitò in bagno e nella doccia, rasoio in mano. Cosparse il corpo di crema
idratante, acqua profumata. Indossò un coordinato semplice, non voleva che lui
pensasse che si fosse preparata apposta, per cui scelse quello migliore ma che
non dava nell’occhio, l’obiettivo era fargli pensare che regolarmente lei
indossasse quella biancheria e non quelle strane mutande di cotone che segnano
le natiche, e quei reggiseni di ampio respiro ma che lasciano i seni
abbandonati a se stessi.
Indossò una maglietta e uno short,
raccolse i capelli con una matita. Preparò il caffè e attese il
suono del citofono.
24/4
Eccolo! Lei lo aprì e si salutarono
cordialmente. A quel punto Daniela scartò i cornetti leggendone l’etichetta
sulla carta: “ma li hai presi al bar dell’altra volta?” lui, con aria serena la
guardò e disse: “avevi detto che ti erano piaciuti, e te li ho portati”, continuarono
a guardarsi dritti negli occhi, dicendosi più cose di quante ne avrebbero dette
parlandosi. “Mi piaci Daniela, mi piaci tanto” interrompendo il silenzio per un
attimo.
Lei sentì per la prima volta un brivido
lungo la schiena, il cuore in gola e sapeva che stava per perdere il controllo.
“Vedi Umberto, conosci la mia situazione
e per me è difficile ..” lui la interruppe e si alzò, le andò vicino e
all’orecchio le sussurrò: “Non ti sto chiedendo nulla, lascia però che io possa
innamorami di te”.
Qualche ora dopo si ritrovarono,
abbracciati nel letto a ridere e a farsi il solletico con una complicità che
lei, non aveva con Antonio. Caspita Antonio!
Daniela si precipitò fuori dal letto e si
rivestì, agitandosi. Chiese ad Umberto di andar via di lasciarla sola. Fare
sesso con lui le era piaciuto ma ora le era subentrato il senso di colpa.
La prima chiamata fu fatta a Giovanni. “Gio, cazzo Gio’” l’amico diventò serio e
le chiese se fosse successo qualcosa e lei gli raccontò che aveva appena
tradito Antonio. “Ma sii trimone! Mi hai fatto spaventare, pesavo chissà cosa
fosse successo. Era ora”. Daniela era confortata per le parole sincere dell’amico
ma allo stesso tempo sapeva che avrebbe dovuto riflettere su quanto era
successo.
02/05
Nel weekend lei rientrò a casa, ad
aspettarla c’era lui. Stranamente lei rimosse ciò che era successo e tutto
proseguì come se nulla fosse. Forse è la capacità che il nostro inconscio ha di
proteggerci. Prendere le distanze da ciò che genera ansie.
Ma a fargliele venire
ci pensava lui. Aveva scelto la casa, vicino ai suoi genitori, era la cosa più
comoda per lui.
Daniela non era entusiasta, lei per un
attimo si dissociò dalla realtà, ne aveva vissuta una diversa, strana,
emozionante e invece lui le parlava di case, genitori, impegno, quello serio.
Fffff…..pianse quella sera, da sola nel
suo letto, pianse tanto.
Non
ci riusciva, non sapeva come slegarsi da quel rapporto, aveva paura di perdere
le sue certezze di perdere lui.
Spesso accade che ci accomodiamo e l’idea di
perdere quell’angolino confortevole, almeno così appare, ci fa indietreggiare
nel fare delle scelte che invece potrebbero migliorarci la vita o anche peggiorarla
ma come facciamo a saperlo se rimaniamo li ad aspettare che accada qualcosa per
cambiarcela.
Antonio le propose delle date e lei prese
ancora tempo, era confusa. Intanto lui la cercava per accoccolarsi un po' e lei
ora non riusciva, mentiva ma andava avanti.
Ma lui no, cominciò ad osservarla più del
solito. Durante la settimana, piombava nel bel mezzo della notte a Bari,
dicendole che la desiderava così tanto che non riusciva a resistere fino al
sabato. Lei intanto si era concentrata sulla tesi e non voleva sapere altro, la
data delle sedute si avvicinava e lei si ancora una volta postergava ogni
decisione.
Umberto provò a chiamarla diverse volte, ma
lei evitava di incontrarlo. Lui le scrisse diverse email per poterla convincere
che quello che c’era stato significava qualcosa.
Ma prima che lei le leggesse,
Antonio era entrato nella sua casella di posta elettronica, visto che era stata
Daniela, in tempi non sospetti a fornirgli le sue credenziali.
Lesse tutte le
mail e seppe ciò che era successo. Cosi iniziò un periodo buio per loro.
04/05
C’erano tre cuori spezzati ed ognuno vi attribuì
un significato diverso.
Ma Antonio, ignorò che tradiva Daniela da
tempo ormai, ma non accettava che fosse lei a commettere lo stesso errore, a
lei non era consentito.
Daniela,
dal canto suo, non sapeva come giustificarsi, il senso di colpa l’attanagliava,
pensava di essere la donna più scorretta del mondo, di aver fatto una
brutalità, aver mentito a quell’uomo che le faceva le sorprese, l’amava,
pensava a loro due.
A fare un passo indietro fu Umberto, non
voleva che lei soffrisse a causa sua, la lasciò libera di scegliere, attendendo
una sua chiamata; la chiamata non arrivò mai.
L’atteggiamento di Antonio fu spietato, le
sue parole tagliarono ogni filo di speranza per Daniela di svincolarsi da
quella relazione. Non la perdonò e per molte settimane la rimproverò per quello
che aveva fatto, nascondendole però i suoi di scheletri come il più subdolo tra
gli uomini.
La fissava, facendole percepire il disprezzo
e poi le distoglieva lo sguardo lasciandole il tempo di immaginare quale elucubrazione
lui stesse facendo.
La primavera arrivò nuovamente, Daniela
sorrideva per il traguardo raggiunto, si laureò, era bellissima, indossava un
tubino blu con sopra una giacca avvitata color corda, i decolletè in tinta e
una ghirlanda di alloro in testa. I capelli sciolti le incorniciavano il viso
velato di tristezza. Giovanni le fece gli auguri quel giorno, l’abbracciò e
andò via, Antonio non ne gradiva la presenza. Daniela lo guardò con il cuore
infranto avrebbe voluto dirgli di rimanere, era anche suo il traguardo, ma non
lo fece, come avrebbe potuto avere questa pretesa. Ormai Antonio le aveva apposto
la lettera scarlatta sul petto.
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