indomabili passioni

 Succede quando non te lo aspetti

La mia amica Roberta, ha una relazione con un uomo  più grande di lei.
Lei è una professionista di 32, soddisfatta del suo lavoro ma non della sua vita privata. 
E' impegnata con un uomo colto, affermato nel lavoro,  con il quale ha una relazione che ha trovato una forma, adattandosi alle spigolosità di entrambi, quindi una coppia che scoppia.
Succede così, l'incapacità di compiere delle scelte e le conseguenze delle stesse non ci consente di svincolarci da relazioni affettive ma non più amorose. 
E succede che lei incontra lui, adulto, sulla quarantina, lo frequenta inevitabilmente.
Entrambi sono costretti a vedersi tutti i giorni per lavoro.
Sappiamo bene che se un uomo e una donna si frequentano quotidianamente e uno dei due ne subisce il fascino, è fatta!
Certo, dall'altra parte ci deve essere una porticina di burro che fa penetrare le lusinghe.
Passo successivo, ardente passione.
Gesti, sguardi lunghi e concentrati, dita che si sfiorano e quella sensazione che parte dal nostro femminino sacro e sale fino al cuore o viceversa, non saprei.
La voglia di ritornare a lavoro il giorno dopo, supera l'entusiasmo che ci assale prima delle vacanze Natalizie, che non è più tale, anzi le vacanze diventano l'impedimento principale al nostro eccitante incontro.
Lei, Roberta è convinta di riuscire a controllare la relazione e che per ora non mina la sua vita sentimentale. 
Passano le settimane e lei cerca pretesti nella sua storia per crearsi un alibi giustificativo al suo tradimento, prossimo. 
Devo dire che il compagno fornisce parecchi assist!
Succede, come succedono gli eventi nella vita. 
Finisce per farci l'amore.
Meraviglioso.

........continua

L'indomani, nuda davanti allo specchio Roberta non poteva più nascondere a se stessa la verità, si era completamente abbandonata alle sue pulsioni.
Tornare a lavoro dopo quella sera non era facile. Nascondere alla redazione la sua relazione significava proteggere lui, proteggere la sua vita professionale e privata. Se lo avessero scoperto i colleghi, le avrebbero appuntato la lettera scarlatta sul petto, perché sarebbe stato scontato che fosse stata lei a sedurre lui e che i suoi meriti a lavoro fossero dovuti alla scorciatoia, alla sua minigonna, al suo sguardo da gatta e ai suoi capelli perfettamente piastrati.
Le settimane passavano e quella non  fu l'unica notte, seguirono altri incontri come quel pomeriggio in un albergo a ore dove lei arrivava puntualmente in anticipo.
Le piaceva farsi trovare perfetta agli occhi di lui, sebbene a lui lei piacesse senza artefatti, senza profumi, la sua pelle era l'unico odore che voleva sentire.
Ma a noi donne piace stupire con effetti speciali, biancheria intima ricercata, olio alla vaniglia da cospargere su ogni angolo del corpo, pronto per essere baciato.
Intanto avvicinandosi alla finestra, Roberta lo vide arrivare, il cuore le balzò in gola e ne seguì il tragitto con la mente. Finalmente busso'. Il suo odore di colonia raffinata era inconfondibile.
La porta non fece in tempo a chiudersi, lui la prese per la vita, lasciando cadere l'accappatoio.
Si abbandonarono alla passione per un lasso di tempo a parer loro brevissimo.
Entrambi erano completamente privati dei loro ruoli e come monadi diventarono un tutt'uno.
Nei giorni seguenti, i sensi di colpa si alternavano ad auto-giustificazioni dopo l'ennesima polemica  da parte del compagno sull'ultima borsa acquistata o sull'ultimo paio di scarpe indossato.
Quante volte avrei voluto suggerirle di lasciarlo ma come potevo, prima di giudicare qualcuno e suggerire delle scelte devi camminare nelle sue scarpe, compiere gli stessi passi e allora ho sempre preferito tacere. Un'amica può anche non condividere delle scelte o delle situazioni ma non può arrogarsi il diritto, a parer mio, di ergersi a giudice.
Ero lì e lei ne era confortata.
Ma non c'era solo un lui a non sapere nulla, vi era anche una lei che come ogni donna aveva fiutato il pericolo, perquisendo ogni lembo di vestito di lui per trovare delle tracce che potessero innescare una furibonda lite di gelosia.
Ma quella non era solo passione, no non lo era. Ne sono testimone.

....continua

Viaggi, vacanze, feste, si susseguirono negli anni e loro continuavano a condurre rispettivamente due vite parallele. Lei, quella tradita, non trovò mai nessun elemento  per accusare il marito di alcun atteggiamento sospetto, tanto l'amore quello vero non lo facevano più da anni, tutto si era ridotto a pochi minuti di contatto. Lei, l'altra, l'amante, invece continuava a fare da mamma a quello che doveva essere il suo uomo, tutto filava liscio. Nessun sospetto, nessun messaggio fuori posto.
Una messa in scena perfetta.
Sebbene una relazione non sia un' esibizione da dimostrare, ma da vivere dietro le quinte.
E' come, l' acqua che scorre desiderosa di riabbracciare il mare e unirsi ad esso, portandosi dentro il peso dei  detriti e di vecchie carcasse.
Le occasioni erano poche per sentirsi liberi, veri. Tuttavia arrivarono anche quelle.
La prima, fu per la fusione della casa editrice per cui lavoravano, con un editore di Bologna.
Partirono entrambi con il treno, all'appuntamento lei arrivò bellissima.
Lui l'aspettava smorzando l'ansia spulciando sui social. Certe emozioni non hanno genere, sono uniche per l'essere umano.
Il saluto formale cedette il passo ad un'aria più familiare e rilassata. La condivisione degli argomenti da portare a Bologna, l'ironia che non manca mai in un bel rapporto, erano come il brivido provocato dalla brezza marina in un' afosa serata estiva.
Lo sguardo condiviso su una bambina di due anni, seduta sulla poltrona accanto, li catapultò immediatamente nella realtà.
Lei avrebbe voluto lasciare tutto e tutti per lui.  Ma non era possibile. Lui non poteva lasciare la moglie e sua figlia. Quella figlia adottata dopo anni di sacrifici e tormenti.
Lei trentenne, nel pieno delle sue energie, sarebbe stata disposta a qualsiasi sacrificio per lui.
Ma lui non voleva nemmeno prendere l'argomento che significava pianti per lei e chiusura per lui.
Alla stazione di Bologna, un'auto con conducente li accompagnò in un Hotel al centro, camere separate.
L'incontro di lavoro andò bene, l'accordo si era concluso secondo le loro attese.
Ora potevano condividere un'altra loro creatura.
La felicità quel pomeriggio li accarezzò entrambi e li accompagnò per via Irnerio, fino al Giardino della Montagnola. Le parole non si sprecarono, lei gesticolava, sorrideva era radiosa.
Lui la guardava come se volesse fare dei fermimmagine del suo viso.
La sera, dopo le rispettive telefonate a casa, per dar conto del viaggio, cenarono in una trattoria in via San Felice, dove gustarono tortelloni ripieni di ricotta e mortadella con burro e salvia e un ottimo calice di Sangiovese.
Continuarono la loro passeggiata al centro, la serata era fredda ma piacevole.

...continua

Il rientro aveva l'amaro in bocca.
Lei arrivò a casa, la sua, tolse le scarpe, poggiò la borsa sul baule all'ingresso e andò in cucina a prepararsi un caffè, in silenzio.
Appoggiata alla finestra con la tazza in mano e il caffè fumante ripensò a ciò che le stava succedendo, l'angoscia l'assalì. Le avevano detto che nella vita bastava compiere delle scelte coerenti per vivere  in pace. Lei non lo era, eppure lo è sempre stata.
In amore, anche se sai quale sia la cosa giusta da fare, capita di non farla e quando te lo chiedi, fai spallucce anche a te stessa.
Finito il suo caffè, Roberta si prepara ad accogliere il compagno, doccia e pigiama.
Al suo rientro lei lo guarda teneramente, si salutano e si raccontano la loro giornata.
"Com'è andata a Bologna"? - lei: " Bene, abbiamo chiuso il contratto"- Lui: "Ottimo".
lei: " A te? Com'è andata" - lui: "Bene, come al solito".
Finito il loro dialogo, fatto anche di battute simpatiche, si ritrovarono a tavola con il TG1 in onda.
Sveglia alle 7.00, subito giù dal letto. In bagno per almeno una mezz'oretta, poco fondotinta, un filo di mascara e appena un pò di lucido sulle labbra. I baci rubati non devono lasciare traccia.
Da lì a pochi giorni a Milano, nel Museo del Novecento, avrebbero esposto le opere di Lucio Fontana, il pittore conosciuto per i tagli sulle sue tele. Entrambi avrebbero voluto vederle. Allora per godere della stessa passione, erano soliti andarci separatamente, per poi riparlarne nei loro incontri segreti.
Questa volta lui fu accompagnato dalla moglie, alla quale non interessava molto lo stile spazialista ma pur di inseguire questo marito sfuggente lo accompagno'.
Passeggiavano mano per la mano, ogni tanto lui le spostava i capelli dal collo e lei ne era compiaciuta, si sentiva bella.
Roberta a lavoro, era distratta, sapeva che lui era con la moglie a spasso per Milano, magari le avrebbe regalato un profumo e avrebbe fatto l'amore con lei. Questo pensiero la incupiva, sebbene conoscesse l'amore che lui nutriva per lei e che il corpo di una donna di mezza età non fosse  paragonabile al suo corpo tonico e asciutto.
Al telefono le nostre chiacchierate vertevano sulla disamina di atteggiamenti e carinerie che lui avrebbe avuto con la moglie. Cercavo di dirle ciò che lei voleva sentirsi dire, volevo rassicurala ma, la gelosia è un sentimento incomprensibile e illogico. Lei non la sopportava, non voleva nemmeno vederla in foto, ma di foto sui social, lei, la moglie, ne postava parecchie. Due donne che amavano lo stesso uomo. Amare, forse possedere sarebbe la parola giusta o forse l'amore è anche possesso?
So con certezza che entrambe stavano male e che nessuna delle due avrebbe rinunciato a quell'uomo meritevole dell'amore di due donne.

continua...
Sveglia alle 7.00 come tutte le mattine, doccia, colazione. Appuntamento al bar sotto l'ufficio per il secondo caffè con i colleghi. Giornata apparentemente normale. Lui nel suo ufficio a smistare mail e trovare nuovi finanziamenti. Lei a valutare le copertine per le nuove uscite editoriali.
Il primo messaggio, notificato con la  suoneria prism per non dare nell'occhio, con il tono silenzioso avrebbe rischiato di non accorgersi dei messaggi che lui di tanto in tanto, tra una mail e l'altra le avrebbe inviato. Non si sprecava con i commenti sulle sue gambe non perfette, ma tremendamente sexy. Su ciò le avrebbe fatto se l'avesse seguito in bagno durante la pausa pranzo.
Lei, con un sorrisino compiaciuto per aver conquistato anche quella mattina il testosterone di Carlo.
Alle donne piace sedurre anche quando non si accorgono di farlo, lo dimostra il fatto che appena si accorgono di qualche sguardo indiscreto, si ricompongono i capelli, lanciando un'occhiatina su quello sguardo per intuire se è ancora li ad osservarle. E se è li, diventano indifferenti ma al contempo mappano lo stato dei peli, della biancheria, del trucco per capire in quale momento della vita abbiano lasciato da parte la loro femminilità.
Il secondo messaggio della mattinata arriva, quando il collega, quello nuovo le sia avvicina per chiederle informazioni sulla movida di Treviso. Lei aperta e solare, commenta con il collega dando indicazioni e proponendosi anche come cicerone. Carlo non apprezza, la gelosia lo assale. Li osserva e alla pausa pranzo, in bagno, le fa pagare lo scotto di essere stata accomodante con il novizio.
Roberta si ritrova con il viso e le mani appoggiate alla porta rossa del bagno, mentre lui con passione le alza il vestito, abbassandole le calze, sprofondando il viso tra le natiche, mordendole, facendole anche male, ma lei doveva sopportare piacevolmente in silenzio.
Dopo tre anni di relazione clandestina, la loro attrazione era ancora molto forte.
Forse se fossero stati sposati, sarebbe scemata anche quella.
Nella relazione clandestina vi è sempre quella che Socrate in filosofia chiamava tensione zetetica, riferita alla ricerca della verità che non può essere mai  raggiunta completamente.
Così nel rapporto tra amanti, non si raggiunge mai la conoscenza completa e questa ricerca continua di viverlo, di conoscerlo, di averlo non trova mai punto d'arrivo. Pertanto si vive in continua tensione.

..continua

La gente che incontra Roberta quotidianamente non immagina  nemmeno quello che lei prova e vive. La persona che tutti conoscono è quella che ha una vita con il suo compagno, normale e che ha un lavoro.Tutto secondo gli schemi. Quante saranno le persone con una doppia vita che frequentiamo, convinti di vivere una relazione frammentata di vetri trasparenti. Eppure basterebbe una folata di pettegolezzi per mandare tutto in frantumi. Tuttavia accade, succede. Succede perché le cose nella vita accadono. Esistiamo per vibrare, proprio come le corde tese che battute con pesi diversi emettono suoni diversi. I pesi sono le emozioni.
Roberta vibrava quando pensava alla esperienze che avrebbe voluto vivere con lui. Immaginava di preparare le valigie e sparire da tutti e tutto, non dar conto di nulla.
Ma la realtà si rivela diversa da quello che le corde ci suggeriscono. Roberta è consapevole che quel viaggio che vorrebbe fare con Carlo non lo farà, che quella passeggiata mano nella mano nel centro storico mangiando le caldarroste non avverrà e nemmeno la semplice spesa al supermercato.
A volte affranta vorrebbe dirgli addio, perché maggiore è il tempo della vibrazione maggiore sarà la risonanza e la gravità del suono e dunque sapeva che prima o poi avrebbe dovuto scegliere, per proteggersi. Ma noi donne sappiamo come crogiolarci nel male.
 Una pomeriggio dopo il solito incontro clandestino in albergo, lei abbracciata al petto di lui, liscio e poco definito, cominciò a fantasticare, lui le tolse le mani dal petto e nudo si alzò andando alla finestra, sebbene il suo petto non fosse definito il suo sedere e le sue gambe lo erano di certo.
Lui ipotizzò l'idea di lasciare la moglie e quella bambina con  deficit cognitivo e i sensi di colpa lo assalirono, non poteva permetterselo, non ci riusciva nonostante tutto.
Era legato alla moglie, un tempo ne era anche innamorato ma la vita a volte sceglie per te e disfa ciò che tu hai costruito.
Allo stesso tempo lui pensava a Roberta e al sentimento di amore che provava per lei e sapeva che avrebbe dovuto lasciarla andare, non poteva dargli ciò che avrebbe voluto e che meritava.
Quel pomeriggio piansero e poi fecero l'amore, le gambe di lei si avvilupparono a lui per non lasciarlo andare via.  Entrambi sapevano che prima o poi sarebbe successo.

Fine ..o inizio...















4 commenti:

  1. Risposte
    1. Viviamo inquadrati in degli schemi secondo i quali tendiamo a definire le situazioni. Ma chi stabilisce quale sia la direzione da prendere lungo la strada che ogni individuo percorre nel corso della propria vita? È fondamentale sentirsi liberi di poter scegliere. Ecco, a mio avviso, l'aspetto più amaro di questa situazione sta nel deprivare uno degli attori della sua libertà di scelta.

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    2. Cara o caro sconosciuto hai proprio ragione, non possiamo sapere quale sia la direzione giusta da prendere lungo il cammino. Credo che il criterio da usare sia far comunicare il cuore e la ragione, ci sono scelte che puoi fare altre non consentite.
      Certamente dall'altra parte c'è qualcuno che non sa e non può scegliere. Continuerò a scrivere il prosieguo. Buona giornata

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