sabato 25 aprile 2020

Una boccata di libertà


La libertà è come l’aria che entra nei polmoni quando sei stato qualche minuto in apnea.
E’ come l’acqua fresca dopo una passeggiata nel deserto.
E’ la luce del mattino dopo una notte insonne. Un ricordo felice di te bambina.
Il concetto di Libertà lo disegnerei come un vestibolo, dove un passaggio ti porta in un altro spazio e in un altro ancora e ancora fintanto che tu abbia la voglia e la volontà di scegliere.
Quando si acquisisce questo diritto fondamentale si possono avere infinite possibilità.
La libertà di scegliere, di tornare indietro, di cambiare e ripensarci.
E oggi più che mai, in cui la nostra libertà è limitata da un esserino invisibile agli occhi, ripensiamola in tutte le sue forme, sociale, politica, individuale, religiosa, sentimentale, nel suo senso etico e pratico.
Immaginiamola a portata di mano: Giovanna libera di scegliere ciò che vuole fare da grande, Mario di essere Maria o di amare Luca, Lucrezia libera di diventare atea, Paolo e Giada liberi di non sposarsi, Aftkar libero di viaggiare, Keji libera di studiare, Mohammed libero di votare chi più gli piace, Emily libera di dire no, Caterina e Antonio liberi di lasciarsi, Yaya libero di leggere le notizie su internet, Paola libera di non volere la maternità, Denise libera di insegnare, Arturo libero di ascoltare e Ashaz pakistana di sposare Francesco, un  italiano.
Il foglio si riempirebbe di esempi reali, concreti di persone che ancora oggi queste meravigliose forme di libertà non le posseggono.
Dunque, a te che hai la possibilità di leggere questo post e di avere almeno una sola di queste opportunità nella tua vita, ritieniti fortunato e prega come sai fare affinché la stessa aria fresca, la stessa acqua e la stessa luce possano raggiungere altre vite.




mercoledì 22 aprile 2020

Ode all'estetista



Il termine estetica, richiama il tema dell’arte e del bello fin dall’antichità.
La figura dell’estetista compare già in Mesopotamia ai tempi dei Sumeri che, arruolavano le schiave per curare la bellezza delle matrone di palazzo. Oltre ad essere padri di molte nostre conoscenze, i Sumeri inventarono i primi profumi e le loro associazioni con le emozioni. Per non parlare di quanto fosse importante, l’estetica per gli Egiziani, ricorderanno tutti i bagni di Cleopatra nel latte di capra, per rendere bianca e liscia la sua pelle.
Dunque, quello dell’estetista è uno dei mestieri più antichi del mondo e mai fuori moda. Oggi, certamente si ricorre ai centri estetici con molta più frequenza e per diversi motivi legati al nostro corpo, ciò le rende delle figure familiari nella nostra quotidianità.
Parlando con le mie amiche, lo faccio quotidianamente, le sento tutti i giorni, emerge sempre il problema dei “peli”, sì, i peli.
Non so esattamente se, gli uomini ritengano ancora eterea la figura femminile, quella che si vede nei film d’epoca, con le sopracciglia perfette, la pelle liscia ed omogenea, nessuna peluria in vista. Probabilmente sono a conoscenza che ricorriamo all’estetica, ma non sanno tutti i nostri artefatti. 
Non sanno che la nostra estetista, che voglio chiamare DALILA, semplicemente perché significa “aggraziata, civettuola”, si prende cura di noi.
La nostra Dalila, riconoscerebbe la propria cliente, passandole la mano sulla gamba, riconoscendone il pelo, proprio come il padrone con il proprio gatto.
 A lei, che guarda tra le tue gambe già dalle 8.00 di mattino se glielo chiedi, perchè sa che devi andare a lavoro e non hai altro tempo.
A Lei che ti dice che “stai bene” anche quando la cellulite si aggrappa violentemente ai tuoi glutei e lei ti massaggia con forza per migliorarne l’aspetto.
 La trovi lì, quando le dici che hai un appuntamento di sera e vorresti le mani curate perché ti senti a disagio. 
E' A lei che chiedi un consiglio sincero su come migliorare il tuo aspetto.
Non è pura estetica, è benessere.
 Una donna si rivolge ad un’altra donna per farsi aiutare a sentirsi meglio con se stessa.
 In questo periodo di lockdown ci manca. Ci mancano le nostre Dalila. 
 Ci guardiamo allo specchio e quei baffetti che strappi da sola, ricrescono prima del previsto insieme ai brufoletti. E le gambe, si fa presto a dire, falle con il rasoio; il giorno dopo pungi come un riccio. 
Parliamo dell’inguine? No, è meglio sorvolare. 
Allora parliamo del viso sciupato, smunto che lei con le sue sapienti mani, risolleverebbe illuminandolo, spolverandolo con della polvere di riso e un po' di colore, custodendo i nostri vissuti agli occhi degli altri.
Allora, ode alle nostre amiche e confidenti estetiste.
E da Milano a Canicattì ci auguriamo che anche voi possiate tornare a lavoro presto e in sicurezza.