Il termine estetica, richiama il tema dell’arte
e del bello fin dall’antichità.
La figura dell’estetista compare già in Mesopotamia ai tempi dei Sumeri che,
arruolavano le schiave per curare la bellezza delle matrone di palazzo. Oltre
ad essere padri di molte nostre conoscenze, i Sumeri inventarono i primi profumi e
le loro associazioni con le emozioni. Per non parlare di quanto fosse
importante, l’estetica per gli Egiziani, ricorderanno tutti i bagni di
Cleopatra nel latte di capra, per rendere bianca e liscia la sua pelle.
Dunque, quello dell’estetista è uno dei
mestieri più antichi del mondo e mai fuori moda. Oggi, certamente si ricorre ai
centri estetici con molta più frequenza e per diversi motivi legati al nostro
corpo, ciò le rende delle figure familiari nella nostra quotidianità.
Parlando con le mie amiche, lo faccio
quotidianamente, le sento tutti i giorni, emerge sempre il problema dei “peli”,
sì, i peli.
Non so esattamente se, gli uomini
ritengano ancora eterea la figura femminile, quella che si vede nei film d’epoca,
con le sopracciglia perfette, la pelle liscia ed omogenea, nessuna peluria in
vista. Probabilmente sono a conoscenza che ricorriamo all’estetica, ma non sanno
tutti i nostri artefatti.
Non sanno che la nostra estetista, che voglio
chiamare DALILA, semplicemente perché significa “aggraziata, civettuola”, si prende
cura di noi.
La nostra Dalila, riconoscerebbe la
propria cliente, passandole la mano sulla gamba, riconoscendone il pelo,
proprio come il padrone con il proprio gatto.
A
lei, che guarda tra le tue gambe già dalle 8.00 di mattino se glielo chiedi, perchè
sa che devi andare a lavoro e non hai altro tempo.
A Lei che ti dice che “stai bene” anche
quando la cellulite si aggrappa violentemente ai tuoi glutei e lei ti massaggia
con forza per migliorarne l’aspetto.
La
trovi lì, quando le dici che hai un appuntamento di sera e vorresti le mani
curate perché ti senti a disagio.
E' A lei che chiedi un consiglio sincero su come
migliorare il tuo aspetto.
Non è pura estetica, è benessere.
Una donna
si rivolge ad un’altra donna per farsi aiutare a sentirsi meglio con se stessa.
In
questo periodo di lockdown ci manca. Ci mancano le nostre Dalila.
Ci guardiamo allo specchio e quei baffetti che
strappi da sola, ricrescono prima del previsto insieme ai brufoletti. E le
gambe, si fa presto a dire, falle con il rasoio; il giorno dopo pungi come un
riccio.
Parliamo dell’inguine? No, è meglio sorvolare.
Allora parliamo del viso
sciupato, smunto che lei con le sue sapienti mani, risolleverebbe illuminandolo,
spolverandolo con della polvere di riso e un po' di colore, custodendo i nostri
vissuti agli occhi degli altri.
Allora, ode alle nostre amiche e
confidenti estetiste.
E da Milano a Canicattì ci auguriamo che
anche voi possiate tornare a lavoro presto e in sicurezza.
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