giovedì 23 gennaio 2020

L'abbraccio lento

D'inverno, quando la coperta mi avvolge e ne percepisco il calore durante la notte, ho la sensazione di essere abbracciata e protetta, consentendomi di dormire serena e ne apprezzo la comodità.
Il vero valore tuttavia, lo attribuisco quando al suono della sveglia devo sollevarla per spostarla da me, all'improvviso il mio corpo caldo e rilassato urta l'aria del mattino e vorrei solo per un attimo riavvolgermi nella caldo tepore della coperta. 
Ma devo andare e dunque lasciare quel posticino caldo, comodo, confortevole.
Lo stesso vale quando in un lungo abbraccio sincero e affettuoso, ti senti al calduccio. 
Apprezzi la sensazione e il piacere, ma il valore dello stesso lo scopri nell'attimo in cui avviene il distacco.
 In quella frazione di secondo tutto potrebbe cambiare e quell'avviluppamento di braccia ed emozioni fa già parte del passato. 
Sarebbe bello restare, così, abbracciati, avvolti da una coperta umana calda e piacevole, dove emozioni e sensazioni  rendono tutto possibile anche ciò che non lo è, perchè non si è soli.
Se per un'attimo chiudiamo gli occhi e pensiamo ad uno degli abbracci più lenti della nostra vita, ricorderemo certamente quello di nostra madre e nostro padre, quello fatto di amore puro, all'interno del quale c'era l'augurio di stare bene, sempre. 
L'abbraccio lento è quello che tiene a sè la persona per attimi, che hanno però la virtù di non scorrere velocemente, ti lasciano il tempo di assaporare il gusto confortevole della persona che non vuoi lasciare perchè è preziosa, essenziale, unica.
Oggi credo che abbraccerò lentamente almeno una delle persone che incontrerò e se per caso non dovessi avere accanto a me un amico, un amica, un amato o un'amata dovrò pormi qualche domanda sul mio modo di costruire le relazioni umane.  
E se fossero lontani da me, i miei amati? 
Allora li chiamerò e gli dirò che avrei voluto abbracciarli forte e che non vedo l'ora di farlo, augurandomi che sia sempre lento lento.