martedì 5 maggio 2020

La forma delle relazioni

 

Eravamo sedute ad un tavolo fronte mare, chiacchieravamo del più e del meno e poi come spesso accade ci siamo trovate a parlare di relazioni. Con chi? La mia amica Sonia.

Vent’anni di matrimonio, lavoro, figli, impegni elementi distruttivi per la coppia.

Eppure, lei mi racconta che erano stati felici un tempo, avevano attraversato diversi momenti, unici, irripetibili e ora si ritrovano a parlare di come fare cosa e di come organizzare la giornata. Questa storia, mi è stata raccontata più volte e vissuta anche sulla mia pelle, su quella dei miei genitori, su quelle dei miei nonni e da nuove coppie che verranno. Cosa accade ad un certo punto nella vita a due?

L’opinione che mi sono fatta, dopo diverse riflessioni e caffè è che le belle storie d’amore che diventano relazioni stabili, nascono come le sorgenti.

Le sorgenti sgorgano da alte e profonde montagne e vengono alla luce, tra il verde ed il sole e intraprendono il lungo cammino della vita.

Insieme, la coppia, scava il letto impervio e imprevedibile della loro relazione e scendono verso valle. L’acqua scorre e porta con se ciottoli, terra, rami e foglie; sono i ricordi di quel cammino. In questo letto confluiscono torrenti che ad un certo punto rendono l’acqua torbida, ma il fiume si rinnova e continua a scorrere, non si fa fermare dall’impetuosità dell’acqua nuova e da getti imprevisti.

Quando arriva a valle, in quei vent’anni, la potenza del flusso rallenta, alcuni pescatori svuotano la ricchezza prodotta dall’acqua e gli agricoltori prendono parte di quel prezioso elemento per arricchire nuova vita.

Il fiume si impoverisce ma continua a scorrere, in un letto ormai solcato di cui è difficile cambiare e reinventare il corso e la forma.

Alcuni fiumi si impoveriscono fino a prosciugarsi, altri corsi d’acqua continuano il loro percorso perché alimentati da affluenti che generosamente aiutano il fiume a nutrirsi di nuova acqua e continuare il suo percorso. E poi altri continuano a scorrere fino alla foce che rappresenta la fine della vita e l’inizio di un’altra dimensione la cui natura non è certamente fenomenica. 

Così la quotidianità, che è parte della vita, solca il letto delle relazioni lasciando fossilizzati sotto la sabbia, i ricordi, la freschezza e la vera natura di quel rapporto.