In questi giorni di lockdown forzati dal
virus regale, si parla molto del ruolo, spesso scontato e allo stesso tempo esaltato
della donna. Io da tempo rifletto sulla donna wonder woman che non è certo la
Diana Prince degli anni ’80, ma una donna comune, tuttavia diversa dalle altre,
per spessore, intelligenza ma con la sindrome della donna perfetta.
L’uomo che sposa la donna wonder woman è un
uomo certamente fortunato, convinto che le virtù dell’amata eroina siano
equiparabili a quelle di un maestro di Reiki; l’energia di base scorre
attraverso le sue mani!
Chi è la donna w.w.? Guardatevi intorno ne
conoscerete sicuramente qualcuna.
Lei è semplice, curata ma non artefatta.
Mantiene la calma nelle situazioni di stress anche se nel suo spazio, da lei
circoscritto, scarica le tensioni accumulate nel tempo.
Un vulcano, impossibile non notarla, di
solito w.w. è solare, positiva orientata alla soluzione dei problemi,
certamente non li crea. Amorevole e risolutiva.
Nell’aspetto presenta precise
caratteristiche, è eccessiva in qualche tratto del corpo, chiamiamole
caratteristiche.
Le donne meravigliose che conosco hanno: capelli ricci, voluminosi, stile Afro come Valentina, Eliana invece è alta con un andamento sicuro, non puoi non notarla.
Anna ha i fianchi larghi, materni
accoglienti e Rossella ha gli occhi di un blu abbagliante.
Credo che la loro personalità si manifesti
traboccante come l’acqua sorgiva.
Il corteggiatore che si innamora perdutamente di lei è un uomo pratico, intelligente bravo nel sedurla, tanto da farle perderle la testa, allo stesso tempo lungimirante, sa che sarà la madre perfetta per i suoi figli, sa di poter contare su di lei sempre.
Non dovrà farsi carico di lei perché lei è ben radicata a terra e nulla la spezza.
Non vi
è furbizia in questo, bensì avvedutezza. D’altro canto lei non sceglierebbe mai
uno sprovveduto.
Ma ogni medaglia ha un rovescio e in
questo caso per la nostra amica è il sovraccarico di impegni, di iniziative, di
cose da fare e da tenere sotto controllo, che periodicamente le occupano così
tanto la mente da non lasciarle il tempo di riprendersi.
In questi periodi lei si sente sola,
incompresa e stanca. Cerca di mollare la presa e come un prodiere di ammainare
le vele, ma è tardi e non c’è un nocchiere pronto a sostituirla alla guida
della nave, dunque piange e crolla.
Poi come ogni giorno, il sole sorge e così
lei, dopo aver scaricato ansie e tensioni come può e sa fare, riprende il
timone in mano e continua a navigare con la sua flotta, per mari aleggiati da improvvise
ed impreviste brezze.
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