Camminavo per strada carica di borse, il computer, la borsa
portatutto, la busta del pane e guardandomi intorno pensavo a quante cose
facciamo per la prima volta quotidianamente e non ce ne rendiamo conto, sembra
tutto così abitudinario.
Da alcuni anni vivo nello stesso quartiere ma non ero entrata mai
nella panetteria vicino l’orologiaio.Si, esistono ancora gli orologiai.
Eppure
diverse volte avevo letto l’insegna ma non ero mai entrata, per abitudine compro
il pane al supermercato. Per la prima volta, sono entrata nel negozio e un profumo
di farina di semola, semi di finocchio e di taralli ha invaso le mie narici,
sentendoli nella pancia.
Ho pensato immediatamente ad un pranzo gargantuesco su una tavola
apparecchiata di tutto punto, tovaglia bianca di lino, piatti colorati e pane,
taralli, uova, uva e formaggi sudati, vino e acqua a volontà.
Ho salutato la signora al banco, in camice bianco e cappellino a
barchetta, le ho chiesto del pane indicandolo con il dito. Avevo scelto un pane
tondo con due tagli sulla crosta. Voltando lo sguardo a destra ho visto dei
taralli dolci, li ho comprati, ho pagato il conto e sono uscita. Mi sono chiesta,
quante prime volte ci sono nella mia vita apparentemente abitudinaria e nella
vita delle altre persone che non cogliamo; dove orientiamo il nostro sguardo
ogni giorno?
E’ inevitabile la cascata di pensieri sulle prime volte, ricordi
sempre pescati dal passato mai nel momento stesso in cui accadono. La prima
volta è quando nasci, come la prima goccia di una sorgente, il primo vagito. Il
primo sguardo della madre forza generatrice indelebile, da lì un susseguirsi di
prime volte; la cui importanza si coglie solo dopo averle vissute.
Il primo giorno di scuola, la prima lettura, ricordo il senso di
libertà nel leggere le insegne per strada. Che bella soddisfazione. Per ogni
prima volta vi è un’intensità diversa, dipende dall’investimento e il desiderio
con cui l’attendiamo.
La prima volta, per antonomasia, quella a cui avete pensato
tutti leggendo il titolo del post, è la prima volta dell’amore.
Quello dell’anima, quando ci siamo innamorati.
Quello fisico, quando lo abbiamo fatto per la prima
volta. Indelebile per molti noi, il cuore in gola, la luce negli occhi, un
mondo a colori.
Tuttavia per altri è un ricordo da cancellare. Ma esistono
infinite prime volte, seppur semplici, apparentemente insignificanti che indicano
le novità della nostra normalità.
Nessun giorno è uguale all’altro se riusciamo a osservare le nostre
quotidiane prime volte.
Vorrei una vita al rallentatore, per poter cogliere sul momento i continui cambiamenti che essa ci regala, a partire dai nuovi sguardi di chi ci viene
incontro, alle fragranze di nuovi odori, all’ intensità di nuovi incontri, allo
stupore di nuovi colori, al significato di parole nuove e alla meraviglia di nuove
ed infine emozioni.