La
parola femminista deriva dal termine “femmina” che ha una
connotazione prettamente biologica; in società il termine fu
utilizzato già alla fine del 700 per sostenere i diritti delle
donne, all'epoca sembrava essere un progetto utopistico.
Poi
nei primi anni del '900 il termine fu utilizzato per descrivere due
idee dominanti; l'emancipazione delle
donne sia come esseri umani sia come esseri sessuati.
Essere
femminista oggi, a mio parere, è la capacità di ogni donna, in
realtà di ogni essere umano, di autodeterminarsi. Essere femminista
significa esistere senza il consenso nè di un padre, nè di un
marito, nè di un uomo. Eppure mi capita di sentire uomini, spesso
giovani che sbeffeggiano questo termine, riferendosi alle parità di
genere. Essi si riferiscono al conto da pagare dopo una cena, alle
difficoltà fisiche da superare o le mancate parole gentili,
sostituendo la galanteria, il buon senso, il buon gusto e il
romanticisco con le pari opportunità.
La
distorsione comunicativa di questo meraviglioso concetto di libertà
conquistata dalle donne, è oggi più che mai, fonte di
fraintendimenti e oserei dire anche di convenienza maschile.
Cosa
intendo? Quando nella relazione la donna non risponde ad un canone
materno o ad una rappresentazione incoscia che la vuole indifesa e
dipendente, diventa femminista.
In
realtà la donna che si autodetermita e dunque sfrutta a pieno la
propria capacità di pensare e agire infastidisce l'Ego maschile. Di
un maschio fragile.
Questo
tipo di donna, fa da specchio ad un un uomo che
crede di essere superiore, ma tale attributo gli è stato
riconoscuito ancestralmente dall'uso della forza e dalla guerra.
Relazionarsi con
una donna intelligente, in fondo si tratta di questo, mette a nudo
limiti e pigrizie maschili. Pertanto all'uomo conviene tacciare la
donna di femminismo inteso come una sostituzione a lui, togliedogli
la capacità di prendere decisioni e agire, semplicemente per
giustificare se stesso.
La
verità è che questo tipo di donne, ha una velocità mentale e
d'azione che non può competere con altri, non per superiorità me ne
guardo bene, ma per natura. Molte intuizioni e consapevolezze
avvengono in modo spontaneo e certamente non per offendere o sminuire
l'uomo. Una donna intelligente non sminuisce l'uomo anzi lo ama, lo
valorizza, lo consiglia, lo sostiene ma ha bisogno anche lei di
essere sostenuta, valorizzata, consigliata e sopra ogni cosa
amata e venerata con la stessa intensità e capacità d'azione,
altrimenti la sua natura indomita la porterà certamente a
sostituirsi
all'uomo,
facendo appello alla sua dualità psichica, un intreccio tra femminile e
maschile.
Complimenti hai centrato e chiarito perfettamente l’argomento!! 👏👏
RispondiElimina